La bocca spalancata, gli occhi lucidi ed il corpo che si muoveva seguendo il ritmo, incontrollabilmente. È la sensazione che hanno provato circa 70.000 persone sabato 23 settembre, sotto le mura di Lucca. Uno scenario da sogno, una location da urlo, una città letteralmente impazzita, in preda a spasmi di rock’n roll: è l’ennesima tappa della band più famosa e longeva della storia della musica: The Rolling Stones.
Ero presente in quel marasma di lacrime e risate, in quel fiume di alcol ed abbracci e posso raccontare ciò che ho visto coi miei occhi. Ho assistito ad uno spettacolo senza precedenti, con un’organizzazione che mi ha lasciato basito, ho visto persone anziane scatenate, ho visto ragazzi ballare, coppie di ogni età baciarsi e poi cantare a squarciagola, ho visto bambini sulle spalle dei genitori battere le mani al ritmo di canzoni, alcune, ormai di 60 anni fa. Come se il tempo si fermasse, come se non esistessero le regole della vita, si tratta di un fenomeno decisamente unico, che merita indagini ed approfondimenti.
Come possono uomini di oltre 70 anni fornire certe performance? Come possono semplici persone fatte della nostra stessa natura, ignorare gli effetti del tempo? Non solo per questioni fisiche… Le canzoni dei Rolling Stones precorrono e percorrono le epoche, sfidano sistemi e canoni, si posizionano nella mente degli appassionati, che presentano lo stesso, impressionante fervore, decennio dopo decennio.
Ho provato a vivere l’esperienza da reporter, ma la mia audacia è durata solo poche ore, e terminata molto prima che il concerto avesse inizio, fagocitata da una passione incontrollabile, che mi ha fatto letteralmente scordare che ero lì per scrivere questo pezzo.
Durante il pomeriggio, ho girato per la città per acchiappare con le mani l’entusiasmo della gente, nei vicoli lastricati, dentro le mura antiche, tutto sembrava girare attorno all’avvento di Mick Jagger e Keith Richards, le vetrine di ogni negozio avevano la celebre ‘linguaccia’ esposta, che scaraventava in secondo piano ogni prodotto in vendita. Dalle farmacie alle gioiellerie, passando per le pasticcerie ed i ristoranti che hanno modellato creazioni e menù seguendo il filone de ‘le Pietre Rotolanti’. Migliaia di facce sorridenti ammiravano le meraviglie storiche di un centro cittadino che è un vero e proprio gioiello, e nel contempo cantavano e ballavano quei pezzi intramontabili, preparandosi all’evento dell’anno.
E allora ho incontrato un signore di 77 anni con una bandana ed una sciarpa legata in vita, mi ha detto che sono gli stessi cimeli che lo accompagnano ai concerti del suo gruppo preferito, ormai da 50 anni. Li ha seguiti in tutte le tappe italiane ed è volato fino a Londra ed a Berlino. Ho cercato di chiedergli come fosse possibile che Mick Jagger riuscisse ancora a correre ed urlare come un pazzo e la sua risposta mi ha lasciato di stucco: “Rock’n roll”. E se n’è andato ridendo, per la sorpresa dei miei amici che sono scoppiati in una risata infinita.
Poi ho ritentato, con un gruppo di teen-ager, abbigliamento decisamente attuale, il classico pantalone nero stretto su scarpa nera per i ragazzi, pantacollant e ‘Dottor Martens’ per le ragazze, ho chiesto loro che cosa sapessero dei Rolling Stones, come mai avessero tanta passione per quel gruppo così lontano dai loro tempi. Sbraitando confusamente, si sono abbracciati in cerchio intorno a me ed hanno iniziato ad intonare ‘I can’t get no!’. Una risposta più che sufficiente per capire che la musica, quella vera, non ha età.
Ciò che è successo dopo non può essere descritto, l’emozione di vivere il concerto è difficile da esprimere a parole, la musica inizia a scorrerti nelle vene durante l’attesa, per poi scatenarsi ed entrare in circolo, dalla testa ai piedi, passando per il cuore.
Ma che cosa c’entra tutto questo con il business?
Tutto!
Ho scavato nei dati per cercare qualche numero che facesse impressione, ma non avrei mai immaginato tanta follia.
250 milioni di dischi venduti in quasi 60 anni di attività, hanno realizzato 539 concerti, smuovendo una mole impressionante di 20 milioni di persone in tutto il mondo, arrivando ad accumulare un patrimonio complessivo di un miliardo e seicento milioni di dollari (1.600.000.000!!).
L’indotto che portano le esibizioni dei Rolling Stones non ha eguali per quanto riguarda qualsiasi tipologia di manifestazione, il concerto di Roma nel 2014 fruttò un giro d’affari generale di 25 milioni di dollari.
Muovendosi con un Boeing privato (non un jet ma un vero e proprio Boeing) e noleggiando intere strutture alberghiere di lusso, chiuse ad ogni altro cliente, la band spende circa 150 mila euro di trasporto ed alloggio, per ogni tappa.
Le attività commerciali delle città in cui arrivano, beneficiano di un business generale che si aggira, in media, attorno al milione di euro. È esattamente ciò che abbiamo visto a Lucca: un’intera città inginocchiata di fronte ai re del rock’n roll, che ha visto sfociare tra le mura un fiume di 70 mila persone che hanno mangiato, bevuto, acquistato, pernottato, con un ballo di soldi ai limite del credibile. C’è da dire che sostenere un tale urgano non è per niente facile, specialmente per una piccola cittadina come Lucca, servono un’organizzazione impeccabile ed una disponibilità illimitata da parte dei cittadini.
Il Lucca Summer Festival si è concluso con un evento inimmaginabile per molti, che pensavano che un centro così piccolo non avrebbe mai retto lo scotto di un fenomeno così travolgente. Ed invece abbiamo assistito ad una pianificazione perfetta e meticolosa, dalla gestione della viabilità a quella dei parcheggi, dall’agibilità dei trasporti e delle vie d’accesso, alla sicurezza impeccabile e garantita, annunciata preventivamente in ogni sua forma, come l’impossibilità di introdurre nell’area concerto, zaini o dispositivi elettronici diversi dai telefoni cellulari. Impressionante anche l’impostazione interna, con l’utilizzo dei ‘token’, una moneta di cartoncino raffigurante il logo della band, scambiata alle casse per il valore di 3 euro l’una, e con la quale avveniva il pagamento della parte di ristoro, evitando file urticanti e fontane di monete alle casse.
Pensate che esista un business più business di questo? I dati sono davvero impressionanti, ma per quanto descrivano perfettamente il grande giro d’affari, non riusciranno mai a pareggiare l’emozione di un avvenimento del genere. Mentre stavo mangiando in una graziosa osteria dentro le mura, è passata, a passo d’uomo, una fila di automobili di lusso blindate, il centro era completamente chiuso al traffico: non potevano essere che loro. Mi alzo di scatto e da un finestrino abbassato vedo alla perfezione la faccia di Mick Jagger, poi nella macchina seguente, quella di Keith Richards, e dopo pochi metri una folla di persone di tutte le età che iniziano a correre ed urlare. Vedere i Rolling Stones dal vivo non ha prezzo, per tutto il resto ci sono le carte di credito!
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