Tecnologia, Internet of Things, Artificial Intelligence, Machine Learning, in una parola innovazione: siamo in piena rivoluzione industriale, la quarta per l’esattezza. In questo particolare momento storico, per un lavoratore che aspira a far carriera o per un giovane professionista che si accinge ad iniziare il proprio percorso lavorativo, le competenze chiave da possedere, come proprio bagaglio professionale ma anche umano, sono ben diverse da quelle a cui eravamo abituati fino a poco tempo fa.
Le nuove work-skills in un mondo che cambia
Vari fattori stanno influenzando questo cambiamento nel mondo lavorativo, primi tra tutti il fenomeno di “digitalizzazione”, che da spazio a fenomeni come la sharing economy, la nascita di nuovi mestieri digitali , l’automazione e così via.
Inoltre, in un mondo che si avvia sempre più verso la strada della globalizzazione, è facile capire quanto il lavoro stia subendo una vera e propria evoluzione. Una tesi questa confermata anche dall’Istituto di ricerca specializzato in ricerche longitudinali e quantitative sul futuro, l’Institute of the Future di Palo Alto – California, USA: in quest’epoca ricca di incertezza è fondamentale sviluppare ed aggiornare costantemente le proprie skills per poter essere competitivi e muoversi in maniera flessibile in questo nuovo ed instabile ambiente lavorativo. Lo stesso Istituto, ormai 5 anni fa, ha diffuso un documento, Future work skills, dove vengono evidenziate tali competenze chiave. Più recentemente anche il World Economic Forum si è preoccupato di metter nero su bianco una lista di 10 skills di cui le persone hanno bisogno per emergere ed avere successo nell’attuale rivoluzione industriale. Eccole qua sotto.
Le 10 competenze chiave per avere successo
Aldilà delle competenze puramente tecniche, ecco le 10 soft skills che fanno davvero la differenza nel mondo del lavoro attuale.
- Complex problem solving: al primo posto troviamo la capacità di risolvere un problema. Si tratta dell’insieme dei processi cognitivi messi in atto dalla mente umana, volti all’analisi di una particolare situazione problematica, con lo scopo di escogitare una soluzione idonea. Per questa competenza è fondamentale sicuramente l’intuizione, ma anche l’abilità di riuscire a mantenere la calma, l’equilibrio ed una predisposizione mentale tali da poter risolvere la criticità, nel modo più corretto e veloce possibile.
- Critical Thinking, ovvero la capacità di sviluppare un pensiero critico, di esprimere cioè un pensiero logico e razionale, non influenzato da fattori esterni. La capacità di analizzare oggettivamente le informazioni che si hanno, in modo da interpretarne i dati al fine di costruire un pensiero proprio e giungere a delle conclusioni personali.
- Creativity: la creatività è fondamentale. Ne da un’interessante definizione il matematico Henri Poincarè, già nel lontano 1929: “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”. Perché è una competenza così importante, tanto da meritarsi il terzo posto? Perché avere una visione laterale, aldilà delle conoscenze tecniche, può essere la chiave vincente per lo sviluppo di progetti originali, utili e di successo. Senza un’ottima idea di partenza, l’obiettivo è pressoché irraggiungibile.
- People Management, ovvero la capacità di gestire e coordinare le persone che lavorano con te/per te. Le persone e le relazioni sono diventate centrali all’interno di un’organizzazione contemporanea. Attrarre, creare motivazione, valorizzare le persone di un team sono abilità che richiedono una forte intelligenza emotiva e la capacità di prendere decisioni al momento giusto per un benessere collettivo.
- Coordinating with others, tradotto, la capacità di coordinarsi con gli altri e fare gioco di squadra. Lavorare in un team significa, oltre che curare le relazioni interpersonali, saper organizzare il lavoro, stabilire le priorità – e saperle cambiare se necessario – in modo che tutto il team lavori con coordinazione al raggiungimento di un obiettivo comune. In una parola: cooperazione.
- Emotional Intelligence, ossia l’Intelligenza Emotiva, costituita dall’insieme di 5 elementi fondamentali: la consapevolezza, la padronanza di sé, la motivazione, l’empatia, l’abilità nelle relazioni interpersonali.
Daniel Goleman, ovvero colui che nel 1995 ne ha reso celebre il concetto, la definisce così:
“…la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”.
- Judgment and Decision Making. Avere giudizio e capacità di prendere decisioni al momento opportuno è fondamentale. Per decidere bene è necessario imparare a riflettere prima – mai prendere le decisioni impulsivamente – e sviluppare il proprio pensiero critico, del quale parlavamo prima. Una capacità questa che, se non innata nella persona interessata, può essere migliorata. Gli elementi essenziali che vanno a costituire un normale processo decisionale sono: il giudizio, la percezione del rischio, le emozioni, il passato vissuto.
- Service Orientation, ossia possedere una particolare predisposizione a prestare servizi: in questo caso la disponibilità, il modo di porsi, l’attenzione e l’importanza, nonché assistenza, che viene riservata ai clienti, sono aspetti cruciali.
- Negotiation: la capacità di negoziare è abilità d’importanza strategica ed è determinante saperla usare nei momenti che lo richiedono. Il termine negoziazione viene spesso associato alle attività strettamente commerciali, che riguardano soltanto l’aspetto economico. In realtà, essendo questo un processo attraverso il quale 2 o più interlocutori – con motivazioni, percezioni e bisogni diversi – cercano di raggiungere un accordo su un punto di interesse reciproco, è facile intuire come sia possibile negoziare anche valori, idee, piani di azione, così come i punti di vista e così via.
- Cognitive Flexibility, ossia una delle funzioni esecutive – Adrian M. Owen, neuroscenziato inglese, le definisce “l’insieme di processi mentali finalizzati all’elaborazione di schemi cognitivo-comportamentali adattivi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative.” In questo caso stiamo parlando della flessibilità cognitiva, ovvero la capacità di cambiare schema comportamentale e mentale in base alle situazioni in cui ci troviamo e ai feedback ricevuti – o stimoli esterni.