“Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza”. Queste le parole pronunciate nel corso dell’omelia da papa Francesco. Una frase arrivata nella basilica di San Pietro davanti ai 13 nuovi cardinali, di cui 10 elettori e tre non elettori .
Bergoglio ha di fatto blindato la maggioranza del conclave con le nuove nomine, la maggior parte delle quali incarnano quella linea progressista che il pontefice porta avanti ormai da tempo. I dieci cardinali elettori presentati sono: Miguel Ángel Ayuso Guixot, José Tolentino Calaça de Mendonça, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, Juan de la Caridad García Rodríguez, Fridolin Ambongo Besungu, Jean-Claude Höllerich, Alvaro L. Ramazzini Imeri, Matteo Zuppi, Cristóbal López Romero, Michael Czerny.
Una lista alla quale si aggiungono i tre vescovi emeriti, dunque non elettori: Michael Louis Fitzgerald, Sigitas Tamkevičius ed Eugenio Dal Corso. Un passaggio che in realtà è tutt’altro che formale e da un punto di vista prettamente politico ha un peso specifico forte, fortissimo. Bergoglio ha infatti così per la prima volta un conclave principalmente schierato dalla sua parte.
Un modo per rafforzare la propria posizione in un periodo complicato, con il mondo conservatore a minacciare scissioni clamorose e quello più spregiudicato, soprattutto dal fronte spagnolo, a chiedere più coraggio. Il richiamo alla lealtà, in questo senso, è stato molto più preciso e puntuale di quanto si potrebbe pensare.
Mille spine per Bergoglio: tra scissioni e riforme, il papa alle prese col Sinodo