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Percepisce 15 anni di stipendio ma non va neanche un giorno al lavoro

C’è chi vuole avere il posto fisso per avere un lavoro sicuro, e chi un lavoro lo vuole per poi non andarci proprio. La storia accaduta nel catanzarese potrebbe sembrare uscita dal genio di qualche comico cinematografico. E invece è tutto vero, e a metter fine al copione di Salvatore Scumace, 67 anni, dipendente dell’ospedale Pugliese di Catanzaro ci hanno pensato le forze dell’ordine. L’uomo infatti per 15 anni non si sarebbe mai presentato al lavoro, però senza mai smettere di percepire lo stipendio. Stipendio dopo stipendio, si sarebbe accumulata una retribuzione non dovuta che ormai ammonterebbe a più di 538.000 euro complessivi, pur non essendosi mai recato in servizio. Scumace, formalmente dipendente del Centro Operativo Emergenza Incendi (C.O.E.I.) dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, sarebbe di fatto un fantasma in azienda. Ad accorgersi dell’irregolarità la Guardia di Finanza, coordinata dalla procura diretta da Nicola Gratteri, passando al setaccio tabulati di presenza e turni di servizio dell’ospedale. Nonostante risultasse in pianta organica, mai, in nessun caso e neanche per un giorno in quindici anni, Scumace risultava presente.

Solo qualcuno dei dipendenti, ascoltati dagli investigatori, ricordava “una persona molto distinta” che più o meno nel 2005 si è presentata senza preavviso nell’ufficio della responsabile del C.O.E.I. Ma di certo, si è scoperto poi dalle indagini, non era una visita di cortesia. Pesanti minacce, intimidazioni e promesse di nuocere a lei e ai suoi familiari. Questo è stato il biglietto da visita di Scumace, che ha convinto la funzionaria, estranea alle indagini, a soprassedere sulle segnalazioni disciplinari che aveva iniziato ad inviare. “Pressioni” che, quando la donna è andata in pensione, il recordman degli assenteisti non ha dovuto più fare.

L’operazione denominata “Mezzo servizio”, oltre a Scumace, residente a Botricello, nel Catanzarese, ha permesso di evidenziare anche il ruolo di Nino Critelli, (61 anni di Catanzaro), Vittorio Prejanò (57 anni, di Catanzaro), Maria Pia De Vito (68 anni di Montepaone), Domenico Canino (62 anni, di Catanzaro), Laura Fondacaro (52 anni, di Soverato) e Antonio Molé (53 anni, di Catanzaro).

A tutti è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta per assenteismo dei pubblici dipendenti. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, hanno condotto all’iscrizione a vario titolo delle sette persone sul registro degli indagati in relazione ai delitti di abuso d’ufficio, falso ed estorsione aggravata.

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