Materassi, scarpe, zaini, vestiti. In chiesa, per testimoniare a tutti cos’è l’accoglienza e come dovrebbero sempre intenderla i fedeli. Questa l’idea di don Massimo Biancalani, parroco di Pistoia, che ha deciso di ospitare negli spazi della parrocchia di Vicofaro, la più grande della città, 250 migranti. Il sacerdote ha permesso ai migranti di occupare la chiesa, quella nuova e quella vecchia, il salone parrocchiale, i corridoi e persino quello che era il suo appartamento privato, in cui viveva da solo.
Ora invece, secondo il racconto di Repubblica, il prete condivide ogni spazio con chiunque bussi alla sua porta. I risultati sulla comunità locale? Alcuni fedeli si sono allontanati, non condividendo il metodo. “
Però abbiamo acquistato tanti laici che vengono qui a praticare il Vangelo: avevo fame e mi hai dato da mangiare, sete e mi hai dato da bere, ero straniero e mi hai accolto”.Di stranieri, don Biancalani ne ha accolti parecchi, tanto che i loro giacigli sono ammassati tra le panche e sotto le statue dei santi della chiesa. La domenica si celebra comunque la messa: “I ragazzi sanno che devono stare in silenzio. O escono fuori o dormono”. Tra gli immigrati, nessuno risulta irregolare. Quasi tutti lavoro, molti vengono sfruttati con stipendi da fame.La parrocchia è stata trasformata in una sorta di piccolo centro d’accoglienza, tra frigoriferi, cucine in funzione 24 ore su 24 e diversi bagni chimici. A volte si fa fatica a pagare le bollette: “Succede che ci tagliano il gas perché non abbiamo pagato una bolletta da 4.000 euro. Lo farò con i miei risparmi di insegnante di religione. Tanta gente ha capito che di loro non c’è da aver paura. Mai avuto problemi di sicurezza. Io ho solo risposto all’appello che il Papa lanciò nel 2016 quando invitò i sacerdoti ad aprire le Chiese a questa gente”.
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