Stando a un vecchio luogo comune, l’Italia era il Paese dove si riusciva a rinunciare a tutto tranne che agli smartphone. Oggi, invece, i numeri ci dicono tutt’altro: negli ultimi dodici mesi anche il settore della telefonia è andato incontro a un calo del 10%, ovvero 1,3 milioni di telefoni venduti in meno. Non solo: si viaggia anche meno e si va di meno al ristorante (meno 51%). Ma a far paura è soprattutto il crollo nella spesa alimentare: nei primi sette mesi di quest’anno le vendite di prodotti alimentari si sono ridotte del 3% a prezzi costant, senza benefici arrivati dal calo dell’inflazione. Come raccontato da Repubblica, il tutto nonostante la nostra sia la popolazione che più fa fatica a tagliare sul cibo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dai dati emergono anche nuove tendenze: passa al 15% la quota degli italiani che nei prossimi 12/18 mesi farà uso di prodotti con poco o senza zucchero, 5,1 milioni dichiarano di alimentarsi a spreco zero, 2,8 si dichiarano “reducetariani” e 1,4 “climatariani” (usano cioè prodotti a basso impatto di C02). Con gli italiani che, complessivamente, si dicono sereni nonostante la crisi: il 36% dichiara di avere fiducia nel futuro e il 29% si sente tranquillo. (Continua a leggere dopo la foto)
Le cose vanno molto peggio per i giovani, decisamente più sfiduciati. Anche perché in totale i dati parlano di ben 5 milioni di persone sottopagate. La Coop ha lanciato a tal proposito un appello al governo Meloni: “Il salario minimo non è un fatto solo economico, è una questione anche morale, un fatto economico e di giustizia: fatelo!” ha detto il presidente Ancc-Coop Marco Pedroni. (Continua a leggere dopo la foto)
“Possibile che in un Paese come il nostro ci siano tre milioni e mezzo di persone che guadagnano 4, 5 o 6 euro l’ora? L’ascensore sociale è fermo, e ci troviamo di fronte a generazioni che si perdono o a cui non si danno opportunità”.