È di nuovo in corso l’ennesimo linciaggio mediatico tipico del metodo-Cinque Stelle. La vittima, perché di questo si tratta, è Matteo Dall’Osso, il deputato uscito dal Movimento. Un tradimento che i grillini non sopportano e di cui si vendicano seppellendo il quarantenne disabile (è malato di sclerosi multipla) di tremendi insulti e auguri di morte sui suoi profili social. È da brividi, lo sappiamo, ma è ancor più da brividi constatare, visti i ripetuti casi, quanto questo ormai sia un metodo scientificamente studiato e puntualmente messo in atto dalle piattaforme che gestiscono il Movimento.
Un trattamento classico. dunque, che il M5s riserva a chi tradisce il Movimento, per giunta stavolta con l’odiato Berlusconi. Nelle centinaia di commenti diffamatori gli odiatori M5s non si fermano davanti a niente, neppure alla malattia di Dall’Osso. Anzi, la sfruttano per umiliarlo ancora più violentemente.
Non si contano i “vergògnati”, “sei un infame”, “dimettiti se hai dignità”, “giuda”, “venduto”, “mi fai schifo”, ma sono carezze confronto alle bestialità vomitate da altri tifosi del M5s, aizzati da Beppe Grillo che ha dato pubblicamente del venduto a Dall’Osso (“Offro il doppio di Berlusconi per l’acquisto di parlamentari in saldo! Pago cash!”) e da Travaglio sul Fatto (“La storiella della folgorazione sulla via Arcore per nobili motivi di libertà e solidarietà verso le categorie più deboli può andare a raccontarla a qualcun altro”).
Non potendogli sputare in faccia o prenderlo a calci, gli haters grillini si sfogano sul web. La signora Giulia Rizzo scrive: “Sono nauseata, un invalido che tradisce” mentre un altro suggerisce che sia “diversamente abile ma di cervello!”. Tale Giuseppe Sinisi nota che “con la scusa della disabilità sei diventato eroe, ma alla prima occasione ti sei venduto, merda!!! Ti abbiamo votato per far parte del movimento brutta merda vivente!!! Dimettiti!!!”, e poi aggiunge per completezza: “Tu la disabilità l’hai nell’animo!”. Chapeau.
Nessuna presa di distanza da parte del Movimento, ovviamente. Un altro gentleman gli dà del “figlio di troia” e poi invoca “Cristo che scenda a fulminarlo altrimenti ci penserà qualche altra divinità”. Va giù col badile il signor Tassini: “Sei una vergogna. Non hai mai restituito un euro e sei scappato dal mafioso che ti coprirà si soldi. Avere una disabilità non può autorizzare a essere infami. Ti auguro tutto ciò che meriti: il peggio”.Il signor De Filippis, più educato, si limita a uno “sputo digitale”, mentre un Andrea gioca con le metafore intestinali: “Come una scorreggia meglio fuori che dentro… un po (errore ortografico, ndr) di rumore tanta puzza ma alla fine uno si sente meglio”. Uno che di cognome fa Bisaro riassume il concetto: “Il motivo per cui hai cambiato casacca è solo uno: il denaro. Ma almeno non ti fai schifo?? Poveretto”.
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