Ogni giorno il Movimento 5 Stelle ce ne ha una. La sua sbandierata “onestà, onestà, onestà” è morta da un pezzo. Ma era prevedibile. Peccato per i tanti che si sono fatti fregare. Anche se poi, va detto, l’onestà non è comunque sinonimi di saper fare politica. Ad ogni modo, con verifiche ed espulsioni i grillini provano a mettere una pezza all’ultimo scandalo che gli è scoppiato in casa: dopo quello dei rimborsi non restituiti da una decina di parlamentari, per una somma complessiva di centinaia di migliaia di euro intascati, ora esplode il caso degli scontrini.
Spese d’oro in ristoranti, affitti, trasporti, che secondo le regole interne dovrebbero in parte essere convogliate, proprio come l’indennità, nel fondo per le piccole e medie imprese. Come spiega oggi Francesco Lo Dico sul Mattino di Napoli, nessuno è in grado di dire quanti scontrini e quante fatture siano sospette, ma sicuramente la quota di restituzione della diaria stabilita da Beppe Grillo non sempre è stata rispettata.
Marta Grande, ad esempio, deputata di Civitavecchia, poco lontano da Roma, tra aprile 2013 e gennaio 2017 ha speso 108mila euro di affitto per la casa nella Capitale. Nello stesso periodo qualche altro parlamentare ha speso oltre 40mila euro per i pasti. Tra i più affamati Mattia Fantinati (€ 46,391.65), Silvia Chimenti(€41,649.26) e Danilo Toninelli (€ 40,659.80). “Maquantospendi.it” mette a verbale che i parlamentari grillini hanno speso in canoni mensili 5,5 milioni di euro in tre anni. Ma la somma è a geometria variabile.
Quello della Grande non è comunque l’unico caso di spese elevate per una casa a Roma. Tra le sistemazioni più esose, figurano quelle di Nicola Bianchi (€ 73,601.14), Barbara Lezzi (quasi 67mila euro) e Nicola Morra (61mila), mentre Luigi Di Maio si è limitato a spendere 16mila euro. Il leader Cinque Stelle guida però la classifica delle missioni non ufficiali: 42mila euro in tre anni. E quella della cancelleria: 7mila e 500 euro in penne e matite.
I grillini hanno speso complessivamente 3,2 milioni di euro in cibo. Per le consulenze invece 2,5 milioni. Da segnalare i 136mila euro del senatore Lello Campolillo, che fino ad ottobre scorso ha speso anche 90mila euro in hotel e 70mila in trasporti, di cui 30mila in taxi. Il più noto parlamentare Danilo Toninelli fino allo scorso anno si è fatto anche restituire 5.480 euro in assistenza sanitaria. Tra le consulenze spiccano invece i 56mila euro di Alessandro Di Battista.
Tra le spese per i trasporti gli oltre 39mila euro di Federico D’Incà. Il senatore Andrea Cioffi, ha rendicontato per la sua casa 22mila euro per utenze e manutenzione. Il medico Luigi Gaetti, intanto, che non si è ricandidato, avrebbe speso 61mila euro per pagarsi la pensione privata di medico. “Io sono uno dei pochi che da parlamentare guadagna meno rispetto ala mia precedente attività”, ha spiegato.
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