Uscirà prossimamente l’ennesimo libro di Bruno Vespa. Stavolta la protagonista della fatica editoriale del conduttore di Porta a Porta, ‘La grande tempesta – Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto energetico. La Nazione di Giorgia Meloni’, è proprio il neo presidente del Consiglio. Tra i diversi temi toccati durante l’intervista, a colpire in modo particolare è il passaggio sull’aborto. Il premier nega con decisione di voler modificare la legge 194.
“L’unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri è che non lavorerò per restare in questo posto. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi. – così Giorgia Meloni replica a Bruno Vespa – Tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi. Se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente”.
“La mia idea di Europa è quella di un’Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà. – spiega il premier – Non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi. Abbiamo avuto un’Europa invasiva nelle piccole cose e assente nelle grandi materie. Non converrebbe lasciare agli Stati nazionali il dibattito sul diametro delle vongole e occuparsi invece a livello comunitario dell’approvvigionamento energetico? Definirci atlantisti, ma non europeisti mi pare francamente un’idiozia. Oggi tutto è estremamente ideologico”.
“Mi pare che la politica sull’immigrazione sia cambiata fin dai primi giorni di governo. – continua Giorgia Meloni parlando di immigrazione – È cambiato innanzitutto l’approccio strategico. L’immigrazione, prima di essere un problema di politica interna e di ordine pubblico, è un problema di politica estera e di geopolitica. L’unico modo per risolverlo è far parlare l’Africa con l’Europa”. Poi il premier respinge al mittente le accuse di voler cancellare la legge 194 sull’aborto. “È un’invenzione assoluta. – precisa – In tutta la mia vita non ho mai detto che avrei messo mano a questa legge. Ho ritrovato un’intervista di una ventina d’anni fa. Mi si chiedeva: lei è favorevole a rivedere la 194? La risposta fu ed è: no. La voglio applicare. Cioè la stessa risposta che do ancora oggi”.
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