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Meloni in Europa, l’attacco dalla Gruber: “Altro che pacchia finita, andrà con il cappello in mano”

Prima missione internazionale a Bruxelles per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il premier italiano incontrerà tutti i vertici dell’Unione europea: la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e infine il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Un’occasione per farsi conoscere, ma anche per avanzare qualche richiesta economica, come ad esempio quella di un possibile scostamento di bilancio. Ma non tutti sono entusiasti di questo viaggio. I giornalisti Giovanni Floris e Lina Palmerini, ospiti di Lilli Gruber a Otto e mezzo, la attaccano in maniera pesante.

Giorgia Meloni

“La mia idea di Europa è quella di un’Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà. – dichiara Giorgia Meloni alla vigilia del viaggio a Bruxelles – Non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi. Definirci atlantisti, ma non europeisti mi pare francamente un’idiozia. Oggi tutto è estremamente ideologico. Il federalismo europeo accentra, mentre il federalismo nazionale decentra. Che senso ha? Vogliamo dire che il Superstato europeo non ha funzionato? In Europa, gran parte del potere decisionale è in mano alla Commissione, che viene indicata dai governi, ma nel nostro ordinamento la sovranità è del popolo che la esercita attraverso il Parlamento”.

Ma questa visione non convince per niente Giovanni Floris. “Giorgia Meloni domani non andrà a dire che è finita la pacchia, andrà a chiedere soldi”, sentenzia il conduttore di Dimartedì dallo studio della Gruber durante l’ultima puntata di Otto e mezzo. “La Meloni verrà naturalmente ascoltata con attenzione. – ci mette il carico la collega del Sole24Ore Lina Palmerini – Però come diceva giustamente Floris non andrà a dire che la pacchia è finita. Andrà a chiedere se possiamo ampliare lo spazio di deficit”.

“Perché per fare la prossima manovra si calcola che serviranno almeno 20 miliardi di deficit. – prosegue Palmerini – Quindi andrà più o meno come sono andati tutti gli altri governi del passato. Quelli che lei criticava, quelli che lei diceva che vanno con il cappello in mano. Più o meno l’atteggiamento sarà lo stesso. I ministri che ha scelto come Giorgetti, Tajani e Fitto mi sembra che siano molto concilianti e molto poco di rottura e sulla scia della pacchia è finita”, conclude.

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