Anche magistrati e giudici si pronunciano sull’emergenza migranti in atto nei porti italiani. In particolar modo sono il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, e l’ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, Vladimiro Zagrebelsky, a criticare in modo duro il governo guidato da Giorgia Meloni che, a loro giudizio, non ha il diritto di negare lo sbarco alle migliaia di migranti in attesa sulle imbarcazioni delle Ong.
Secondo Giovanni Maria Flick, intervistato da Repubblica, il decreto sulle navi di migranti delle Ong “è contrario alla legge del mare e alla Costituzione. La Costituzione non attribuisce all’autorità pubblica il diritto di distinguere il grado di pericolo e la diversità di posizione tra chi rischia la vita. L’accoglienza in un porto sicuro è il presupposto per verificare se quelle persone possano poi essere accolte o no. Sul fatto che si possa fare selezioni sulle navi come pretende il governo, forse potrebbe esserlo su navi che battono bandiera italiana e quindi sono parte del territorio nazionale. Ma non può esserlo su navi straniere”.
Secondo Vladimiro Zagrebelsky, raggiunto invece da La Stampa, la decisione del governo di chiedere un’assunzione di responsabilità agli Stati di bandiera, “prima ancora che essi sbarchino sulla terraferma italiana, non ha fondamento giuridico nelle convenzioni internazionali e assume un tratto autoritario che è l’esatto contrario dell’atmosfera dialogante che potrebbe dar frutto. Non si prova quindi soltanto sconcerto perché in uno Stato di diritto il governo dovrebbe piegarsi alle leggi, siano esse nazionali o internazionali. Si prova anche vergogna, senza che conti il fatto che, in materia, l’Italia non sia sola a mostrare insofferenza per le leggi e per le esigenze umanitarie”.
Di parere opposto si dimostra un altro presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, secondo il quale “l’accoglienza da parte della Repubblica è dovuta quando ci sono le condizioni che la Costituzione prevede: qui abbiamo un fenomeno migratorio di tipo economico che non è contemplato ed esubera anche il problema specifico delle navi”.
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