“A parte i loro insulti che rendono impossibile sedersi intorno a un tavolo, io ho parlato di punti qualificanti di un’agenda progressista. Ma come si fa a definire un programma con forze che fanno del neoliberismo di fatto e del pragmatismo efficientista il fulcro della loro azione politica?”. A margine della conferenza stampa sulle regionali del Lazio, Giuseppe Conte, leader dei Cinque stelle, è un fiume in piena e attacca tutti i colleghi dell’opposizione.
Anzitutto il suo no alle possibili alleanze per il Lazio: “La risposta la danno loro perché si affidano alla logica dell’insulto e della volontà di distruggere il Movimento. Con questi vertici del Partito democratico abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo. Una difficoltà che nasce da questioni politiche serie”.
“Noi non portiamo rancore, lo voglio dire a tutto il mondo del Pd che in questi giorni si sta sbracciando chiedendoci un atto di generosità. La nostra generosità non esiste se significa scarsa chiarezza sui programmi, annacquamento dei nostri valori e principi. Allora ripartiamo da qui, chi c’è è il benvenuto, purché si comporti con lealtà e condivida il nostro progetto politico serio per la comunità regionale del Lazio”, ha detto l’ex presidente del Consiglio, mandando un chiaro messaggio ai democratici.
I punti imprescindibili del Movimento nel Lazio sono: lo stop alla realizzazione dell’autostrada Roma-Latina, la riconversione della centrale Enel di Civitavecchia, impedire la costruzione di inceneritori – vedi alla voce Piombino – e niente più nomine politiche dei dirigenti sanitari.
Tra queste, ha annoverato la norma sull’inceneritore di Roma, inserita «senza nessun preavviso in un decreto dedicato agli aiuti a famiglie e imprese – e ancora -. Quando abbiamo detto no al riarmo per genuina convinzione e abbiamo proposto un’agenda sociale, il nostro alleato non è che non ci ha appoggiato, ma ha puntato il dito contro di noi sposando l’agenda Draghi, un documento vuoto, accomunandoci a Salvini e Meloni per l’escalation militare. Quando i nostri scissionisti sono andati in tv a accusarci delle peggiori nefandezze, il Pd non è stato silente ma ne ha approfittato per candidarli nelle liste o in coalizione. Quando i sondaggi ci davano al 6 o 7%, in campagna elettorale, il Pd ne ha approfittato per darci il colpo di grazia, per metterci alla gogna e emarginarci come appestati». L’argomento Capitale ha fornito al leader pentastellato l’occasione per sferrare una stoccata diretta al sindaco Dem Roberto Gualtieri: «Mi pare che i problemi di Roma siano rimasti tutti sul tavolo, c’è stata una fuga in avanti solo sull’inceneritore, buona per gettare fumo negli occhi dei cittadini: ci vorranno sei o sette anni per realizzarlo mentre è stato dato il segnale che risolverà tutti i problemi».