Le telecamere di Channel 4 documentano quello di cui già si parlava da tempo circa la multinazionale cinese dell’abbigliamento low cost, Shine.
Dipendenti costrette a lavarsi i capelli in pausa pranzo e a cucire fino anche a cinquecento capi al giorno, con punizioni per chi sbaglia.
La videoinchiesta di Channel 4 si intitola “Untold: Inside the Shein Machine” ed è prodotta da Iman Amrani, giornalista che ha nascosto le telecamere all’interno di due fabbriche a Guangzhou.
In una di queste, i lavoratori ricevono uno stipendio mensile di 4000 yuan, che equivale a circa 550 euro. Non solo: i dipendenti sono costretti a produrre fino a cinquecento capi al giorno e la paga viene trattenuta durante il primo mese di lavoro.
In un’altra fabbrica si è scoperto che gli impiegati ricevono l’equivalente di 4 centesimi a capo. I turni di lavoro arrivano fino a diciotto ore al giorno, con un solo giorno di riposo al mese.
Si vedono i dipendenti costretti a usare la pausa pranzo anche per lavarsi e a volte restare in fabbrica anche per dormire.
Il vero prezzo degli abiti così poco costosi di Shein, dunque, non consiste solo nell’impiego di materie prime scadenti e pericolose sostanza chimiche, ma viene pagato da chi quei vestiti è costretto a produrli.