Il caso Enrico Montesano divide l’opinione pubblica, ma anche il mondo della politica e del giornalismo. La vicenda ormai è nota: l’attore romano si è presentato con una maglietta della Decima Mas durante le prove di ballo di Ballando con le stelle. I responsabili del programma di Rai 1 non hanno avuto nulla da ridire dopo la diretta dell’ultima puntata, quando quelle immagini sono state trasmesse in differita dopo essere state visionate. Ci ha pensato però la giornalista Selvaggia Lucarelli a ‘smascherare’ Montesano sui social. E così è partita una gogna mediatica contro il comico. Ma a difenderlo ci pensa a sorpresa Enrico Mentana. Anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi si schiera con lui.
“Se parliamo di responsabilità le attribuisco tutte a Montesano, che si è presentato in sala prove con quella maglietta. – attacca Selvaggia Lucarelli sui social – La sua è colpa, quella del programma e di chi doveva vigilare è una svista, suppongo. Grave, ma una svista. A meno che no si sia così in malafede e fessi da pensare che qualcuno potesse pensare di trarre un vantaggio dal promuovere la Decima Mas in prima serata su Rai 1”.
Non la pensa però così Enrico Mentana. “Montesano è stato espulso, già lo sapete. Cartellino rosso, via dalla gara. – scrive su Facenbook il direttore del tg di La7 – E per quanto vi possa sembrare sconveniente non sono affatto d’accordo. Non do e non accetto lezioni di antifascismo. Se avessero vinto quelli per cui combatteva la Decima Mas non sarei nato. E idealmente starei sempre e comunque con chi sfilava a Milano quel 25 aprile del 1945. Ma il fallo da espulsione contestato a Montesano sta dieci gradini sotto il busto di Mussolini esibito in casa della seconda carica dello Stato. Non solo. Non amo l’indignazione a scoppio ritardato”.
“Penso che la Rai dovrà risarcire Montesano. – ci mette il carico Vittoro Sgarbi intervistato da Adnkronos – Non si può espellere un concorrente di un programma televisivo perché indossa una maglia con una marca di un motoscafo con su scritta una massima di D’Annunzio del 1918 e quindi ha una radice prefascista, mi sembra inverosimile. Trovo assurdo attribuire a una maglietta un significato che non ha credo che il problema debba essere risolto dall’avvocato di Montesano, Giorgio Assumma. Non penso che nel contratto di Montesano ci sia scritto: ‘Non puoi mettere la maglia che ti pare’. Di fronte a una prova che poteva essere tagliata e che invece è stata mandata in onda il problema diventa meramente giuridico. Non si può punire una maglietta”, conclude.
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