Alessandro Di Battista e Corrado Formigli protagonisti di un durissimo battibecco durante Dimartedì. L’ex parlamentare del M5S e il conduttore di Piazzapulita si confrontano sul tema dell’immigrazione e sullo scontro diplomatico tra Italia e Francia nello studio del programma di La7 condotto da Giovanni Floris. E i due non si risparmiano accuse e colpi bassi reciproci.
“Vorrei riprendere quello che diceva Di Battista prima. – prende la parola Formigli – È un po’ puerile dire che i francesi non devono dare le lezioni a noi. Questo si fa nei cortili di casa, si fa a scuola o all’asilo mariuccia. Noi abbiamo documentato con le telecamere di Piazzapulita i francesi che respingevano i minorenni alla frontiera di Ventimiglia violando tutte le norme internazionali. Quindi dire che noi siamo amici dei francesi è una completa bufala perché siamo stati noi a denunciare queste violazioni”, punta il dito contro Di Battista.
“Ma non si risponde in questa maniera, perché loro sono una potenza europea, noi siamo una potenza europea. – prosegue nel suo sfogo Formigli – Pragmaticamente si tratta con la diplomazia e con l’astuzia, non battendo i famigerati pugni sul tavolo che non servono mai a niente”. La replica di Di Battista è decisa. “Io non ho mai citato Piazzapulita, non ho mai detto che siete amici dei francesi, non so perché tu l’abbia detto. – afferma l’ex pentastellato – Sostenendo poi che le mie argomentazioni fossero puerili. Dato che i primi ad accusare l’Italia con toni per me non giusti, che hanno sorpreso anche me, sono stati i francesi”.
“Le accuse di utilizzare toni puerili o di non essere in un bar dovrebbero essere fatte anche alle autorità francesi. E lo dico da persona che non ha votato la Meloni. Anzi credo di averle fatto anche campagna elettorale contro. Non mi piacciono certi atteggiamenti di una sinistra che non comprende del tutto il nocciolo della questione e non sa leggere la pubblica opinione italiana. La Francia non ha diritto di dare lezioni all’Italia rispetto alla gestione dell’immigrazione”, affonda ancora il colpo Di Battista. “Chiamavate le Ong taxi del mare, una vergogna”, protesta allora Formigli. “Certo! Per me quel tipo di gestioni non era giusto”, lo gela però il suo interlocutore.
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