Il tribunale di Roma ha dichiarato parzialmente illegittimo il decreto voluto del leader della Lega, Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno del primo governo Conte, emanato nel gennaio 2019.
Salvini aveva ottenuto la modifica della dicitura sulle carte di identità elettroniche rilasciate a minorenni: bisognava tornare dalla genericità del termine “genitori”, nei campi previsti per i nominativi delle persone che esercitano la potestà genitoriale, alle vecchie definizioni di “padre” e “madre”. E questo anche nei casi in cui le famiglie sono composte da due papà o due mamme.
A rimettere in discussione la validità del decreto è stato il ricorso avanzato dalle due madri di una bimba per l’identità da indicare sul documento valido per l’espatrio della figlia.
“Il tribunale accoglie parzialmente il ricorso e per l’effetto dichiara il difetto di legittimazione passiva di Roma Capitale. ‘Genitore’ è l’unica qualifica per le due madri”, si legge nel documento.
L’indicazione per il ministero è chiara: “È tenuto ad indicare le qualifiche ‘neutre’ di ‘genitore’ in corrispondenza dei nomi delle ricorrenti”.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che per soddisfare quest’esigenza l’amministrazione della Capitale dovrà anche “apportare al software predisposto le modifiche che si rendessero necessarie per la richiesta, la compilazione, l’emissione e la stampa delle carte d’identità elettroniche”.