Quello della scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei casi di cronaca nera entrato di diritto tra i famigerati Misteri d’Italia. Il suo rapimento viene infatti considerato alla stregua della bomba di piazza Fontana a Milano esplosa nel 1969, oppure dell’esplosione in volo del Dc-9 sopra i cieli dell’isola di Ustica. Emanuela scomparve nel nulla il 22 giugno 1983 a Roma. A fare notizia fu il fatto che la ragazza era figlia di un dipendente e cittadino della Città del Vaticano. Per decenni i sospetti si sono concentrati su un presunto ricatto ai danni della Santa Sede per ragioni ancora misteriose. L’interesse degli investigatori è rimasto puntato sul mondo criminale legato alla Banda della Magliana. Ora un audio risalente al 2009 potrebbe riscrivere la storia di questa terribile vicenda.
L’audio in questione è stato registrato come appena detto nel 2009 ed ha una durata di circa due minuti. Era già nota l’esistenza di questa registrazione, effettuata di nascosto durante una conversazione avvenuta in un luogo pubblico. Ma fino ad oggi in pochi avevano potuto ascoltarla. L’autore della registrazione si chiama Alessandro Ambrosini. L’uomo è il fondatore del blog di inchiesta Notte criminale. L’altro personaggio che parla è invece rimasto anonimo. Ma ufficiosamente tutti sanno che si tratta di un vecchio compagno di Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei capi storici della Banda della Magliana.
Nella registrazione l’uomo misterioso fa riferimento alle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex compagna di Renatino, che dall’anno precedente aveva iniziato a parlare con i magistrati romani relativamente al caso Emanuela Orlandi. Ambrosini pubblicherà nei prossimi giorni l’audio sul suo blog. Ma il quotidiano Il Giornale afferma di essere riuscito ad ascoltare parte di quella conversazione. “Possiamo affermare che, sebbene le affermazioni registrate in questo audio siano da prendere con le pinze, il contenuto delle stesse è sconvolgente”, si legge sul quotidiano diretto da Augusto Minzolini.
L’ex socio di Enrico De Pedis, convinto di non essere registrato, “si lascia andare senza freni e, relativamente alla scomparsa di Emanuela Orlandi, punta il dito verso una persona in particolare, facendone nome e cognome”, scrive ancora Il Giornale. Ad aggiungere mistero su mistero è il fatto che Ambrosini abbia atteso 14 anni prima di rendere pubblico quest’audio. Ma è lui stesso a promettere di fare chiarezza in un video che verrà pubblicato insieme alla nuova prova che potrebbe contribuire a risolvere il caso Orlandi.
Potrebbe interessarti anche: Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Siamo a una svolta, ho elementi decisivi”