Ha un presunto colpevole il caso complicato di Alice Neri, trovata morta carbonizzata il 18 novembre scorso a Fossa di Concordia, in provincia di Modena.
A quasi un mese dall’omicidio, il cerchio si è stretto sempre di più intorno al tunisino di 29 anni, Mohamed Gaaloul. A metterlo nei guai diverse testimonianze che lo hanno visto avvicinare la 32enne di Ravarino nel bar in cui aveva incontrato un collega del marito Nicholas Negrini.
Ore dopo, intorno alle 2 di notte, l’auto di Gaaloul sarebbe stata filmata da alcune videocamere di sicurezze mentre raggiungeva il suv di Neri, nel cui bagagliaio è stato trovato il corpo della donna, dopo che qualcuno l’ha cosparso di benzina.
Il tunisino aveva lasciato l’Italia il giorno dopo. Sposato con una donna greca il mese precedente, sarebbe andato insieme a lei a raggiungere i suoceri, che non avevano potuto partecipare al matrimonio.
Ma l’uomo è stato individuato e fermato mentre arrivava in Francia dal confine svizzero e dovrà ora rispondere ai troppi interrogativi.
Secondo gli inquirenti, che hanno scartato al momento l’incriminazione di Negrini, cui Alice aveva detto di partecipare a un aperitivo con un’amica, anche il collega del marito con cui in realtà Neri si era intrattenuta risulterebbe estraneo all’omicidio.
Gli inquirenti ritengono che Alice si sarebbe fermata per dare un passaggio in piena notte a una persona che si è finta in difficoltà con la sua auto, e di fronte al suo rifiuto di avere un rapporto sessuale sarebbe stata immobilizzata nel bagagliaio della sua auto e carbonizzata.
Una tesi molto complicata che dovrà essere sciolta, anzitutto ascoltando il sospettato principale.