Il primo pentito dell’inchiesta Qatargate comincia a vuotare il sacco. Si tratta di Francesco Giorgi, il compagno della vicepresidente destituita del Parlamento europeo Eva Kaili, anche lei arrestata. Giorgi evidentemente non ha retto alla pressione del carcere e ha deciso di fornire agli inquirenti belgi la sua versione dei fatti sulla montagna di denaro contante ritrovata nella sua abitazione, in quella della compagna Kaili e dell’ex europarlamentare del Pd Giuseppe Panzeri di cui Giorgi è stato stretto collaboratore. Per il momento non spuntano altri nomi, ma il quadro della situazione che emerge è preoccupante.
“Ho fatto tutto per soldi di cui non avevo bisogno”. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, sarebbero queste le prole utilizzate da Francesco Giorgi per confermare le accuse mosse nei suoi confronti e di quelli degli altri arrestati dalla magistratura belga. Secondo quanto si apprende, Giorgi sarebbe letteralmente crollato durante il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto dai magistrati di Bruxelles.
Giorgi ha 35 anni ed è originario di Abbiategrasso, in Lombardia. Era arrivato in Belgio per studiare giovanissimo, nel 2009. E lì ha iniziato la sua carriera nel Parlamento europeo, sempre tra le file dei socialdemocratici. Le sue dichiarazioni sono state lesse a verbale il 10 dicembre, subito dopo il suo arresto. L’uomo ha ammesso subito tutte le sue responsabilità dichiarandosi colpevole di corruzione. Allo stesso tempo però ha chiesto che fosse scarcerata la compagna Eva Kaili, madre della loro figlia di 22 mesi.
Per quanto riguarda il suo rapporto con Panzeri, Francesco Giorgi motiva così il fatto di averlo conosciuto a Bruxelles: “Gli ho chiesto di prendermi per uno stage e lui lo ha fatto”. Tra i due sarebbe sbocciata subito un’intesa che avrebbe portato Giorgi a fare l’assistente di Panzeri in modo tale da essere introdotto negli ambienti politici che contano dal più esperto collega.
Nel 2019 Panzeri non viene rieletto al Parlamento europeo, ma Francesco Giorgi decide comunque di non mollarlo. Anzi, comincia ad occupare della gestione della cassa dell’organizzazione fondata nella capitale belga dall’ex sindacalista della Cgil. Un gesto compiuto per riconoscenza, precisa Giorgi di fronte agli inquirenti, ma anche per avidità di denaro. “Farò il possibile affinché la mia compagna sia libera e possa occuparsi di nostra figlia di 22 mesi”, precisa però l’uomo lasciando intendere che quei soldi sporchi fossero destinati solo a lui. “Il denaro che è stato trovati nella sua casa non le apparteneva, Giorgi è l’unico che può fornire risposte sula loro esistenza di cui lei non ne sapeva nulla”, conferma l’avvocato della Kaili, Michalis Dimitrakopoulos.
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