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Addio Sinisa, la moglie Arianna e la figlia sciolgono il silenzio social per una dedica piena di amore e di emozione

Arianna Rapaccioni Mihajlovic, moglie di Sinisa, morto ieri per un aggravamento improvviso delle sue condizioni, legate a un’infezione che ne ha peggiorato la leucemia, ha aspettato qualche ora prima di affidare ai social una dolcissima foto con dedica per suo marito.

“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle , allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte” ha scritto Arianna per il marito.

Sinisa Mihaijlovic

Una storia, quella con il suo Sinisa, cominciata ventisette anni fa, negli anni ’90,
quando Mihajlovic e Rapaccioni si sono conosciuti: lei lavorava nel programma lanciato in Rai da Pippo Baudo, “Luna Park”.

“Sinisa è arrivato e mi ha stroncato la carriera, ho lasciato Luna Park a metà anno, nel ’95, e nel ’96 ci siamo sposati. Ma ci siamo innamorati subito, ci siamo guardati e non ci siamo staccati più”, aveva raccontato sui social tempo fa.

Sinisa Mihaijlovic e la moglie Arianna

E lui aveva ricambiato la dedica due anni fa, quando ha lanciato la sua autobiografia: “Dopo quasi 25 anni di matrimonio e cinque figli so che le devo tutto: se non ci fosse stata lei accanto a me durante la mia battaglia contro la leucemia, non ce l’avrei fatta”.

La coppia aveva poi rinnovato le promesse nuziali in occasione dei 25 anni di nozze. “Ne abbiamo fatta di strada in questi 25 anni…. Le gioie di oggi, i ricordi di ieri e le speranze di domani”, aveva scritto Arianna.

E sui social, anche Viktorjia, una delle figlie della coppia, ha dedicato un pensiero al padre.

“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue”.

Dalle parole di Montale a quelle della figlia: “Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio GRANDE amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì”.