In un mondo alla continua ricerca di soluzioni tecnologiche che rispettino l’ambiente e la salute dell’uomo, l’auto elettrica si propone come il modello di trasporto più efficiente e innovativo rispetto alle automobili di quotidiana fruizione, alimentate ancora da benzina e diesel.
La storia
Non tutti sanno che i primi tentativi di auto elettrica risalgono addirittura alla metà del 1800, ed erano molto in voga rispetto ai veicoli a combustione. Successivamente, poiché queste auto (prodotte principalmente in Gran Bretagna e America), comportavano alcuni limiti tra cui una velocità molto limitata e problemi riguardo il controllo della carica e della trazione, vennero pian piano sostituite dai modelli a combustione.
Durante il 1900 non sono mancati tentativi concreti di sviluppare auto elettriche, proponendole come alternativa alle auto in circolazione, soprattutto dove aver scoperto i danni causati dall’inquinamento della combustione.
Numerosi progetti hanno portato alla creazione di svariati modelli, ed oggi la diffusione sempre più capillare sembra aver trovare finalmente la propria strada. Restano comunque veicoli molto costosi, per questo l’acquisto è principalmente legato agli incentivi statali.
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Tesla Motors inventa Tesla Model 3: la prima berlina “elettrica ed economica”
La Tesla Motors sta per lanciare sul mercato una nuova auto elettrica, la Tesla Model 3. La grande rivoluzione di questa ennesima creazione automobilistica sta in vari dettagli, che la distinguono dalle precedenti: vanta 345 km di autonomia, arriva a 100 kmh in 5,6 secondi ma soprattutto costa “solo” 35 mila dollari. La casa produttrice è fiera, in primo luogo, delle performances sui diversi tipi di strada e poi sul modello, una elegantissima berlina. La Tesla 3 non è ancora sul mercato (arriverà i primi mesi del 2018) eppure ha già ricevuto 400mila prenotazioni da tutto il mondo. Visti i “potenziali” acquirenti, la Tesla 3 segnerà una vera e propria rivoluzione poiché le prestazioni e il prezzo ne decideranno in maniera definitiva le sorti. In Europa la vettura costerà circa 40mila euro, ma abbiamo molto terreno da recuperare. I supercharger (capacità di carico fino a 120 kW) sono i punti di ricarica Tesla della batteria delle auto elettriche, che garantiscono un pieno dell’80% in soli 30 minuti. Nel vecchio continente scarseggiano, anche se ne è stata prevista un’ampia diffusione. Per ora resta teoria, almeno in Italia, che possiede 118 punti di ricarica in sole 16 località . Negli Usa, al contrario, la rete è molto fitta e lo scopo è quello di raggiungere un’autonomia mondiale per le auto elettrica con una copertura capillare nel mondo ogni 300 km.
Come Tesla, anche Volvo, Nissan, Ford e BYD
Non è un mistero che il petrolio e i suoi derivati sono una fonte non rinnovabile e altamente inquinante. Ragion per cui, sopratutto dopo l’ennesimo summit sul cambiamento climatico, stiamo vivendo l’epoca della corsa all’ecosostenibilità. I dati parlano chiaro: se vogliamo salvare il mondo e ciò che di bello ci circonda, è necessario diminuire le emissioni di Co2 e NoX (gli ossidi di azoto incriminati perché tra le possibili cause del riscaldamento globale).
Per questo quasi tutte le maggiori case automobilistiche si stanno attrezzando per presentare nuovi modelli elettrici o comunque ibridi. La casa automobilistica Volvo, storicamente svedese ma da poco tempo di proprietà cinese, ha lanciato qualche giorno fa la sua sfida: dal 2019 produrrà solo auto dotate anche di motore elettrico (ibride) e dal 2025 cesserà la produzione di auto a combustione interna. Le altre case automobilistiche, che stanno gia provvedendo a soddisfare la richiesta di un mercato sempre più attento all’ecologia, appaiono più realistiche ma comunque già pronte perché, in questo preciso momento storico, le auto elettriche rappresentano una reale alternativa rispetto a quelle tradizionali.
Lo dicono i numeri: la Leaf (casa Nissan) resta tra i modelli elettrici più venduti al mondo, superando le oltre 200mila unità. E la Focus Electric continua ad avere un buon successo negli Usa. Ma è la BYD, cinese, ad aggiudicarsi il podio. Sul mercato dal 2008, è riuscita solo nel 2015 a vendere 61.722 veicoli. Un record assoluto, anche se il governo cinese ha dato una mano notevole visti i grossi incentivi dati all’acquisto di auto a basse emissioni.
Un’affare per il mondo intero, tranne che per noi italiani. Colpa di una politica poco attenta all’innovazione, che non trova il modo per trovare incentivi appropriati, e che la burocrazia peggiora attribuendo erroneamente i capitoli di spesa (20 milioni di euro) al Dipartimento dei trasporti invece che a quello della Direzione generale per lo sviluppo del territorio. Staremo a guardare ciò che gli altri paesi hanno già scelto di guidare.
Fonti: ilsole24ore, ilpost.it, dday.it