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Greta Beccaglia, Cruciani infiamma i social: “Non è violenza sessuale”

Il caso Greta Beccaglia torna prepotentemente alla ribalta delle cronache dopo la condanna in primo grado ad un anno e sei mesi inflitta al suo molestatore: il ristoratore marchigiano Andrea Serrani. Il tifoso viola, che al termine della partita Fiorentina-Empoli del 27 novembre 2021 palpeggiò il fondoschiena della giornalista, dovrà partecipare per i prossimi cinque anni a dei corsi di recupero, se vorrà mantenere la sospensione della pena come ha deciso il Tribunale di Firenze. Della vicenda si occupa anche La Zanzara, la trasmissione radiofonica di Radio 24. E naturalmente la polemica sui social riesplode fragorosamente.

Greta Beccaglia

“Tutti voi sicuramente ricordate la vicenda, perché è diventato un caso nazionale, di un uomo che sicuramente ha sbagliato perché diede una manata al volo nel sedere di una giornalista televisiva davanti allo stadio Castellani di Empoli. – il conduttore Giuseppe Cruciani torna sul caso Greta Beccaglia durante l’ultima puntata de la Zanzara – Questo signore è stato condannato oggi in primo grado a un anno e sei mesi e dovrà anche risarcire la giornalista”.

“Secondo voi, e non lo dico per giustificare le molestie, questa roba qui può essere giudicata una violenza sessuale? Uno può essere condannato a un anno e sei mesi con risarcimento e può essere messo al pubblico ludibrio per un anno e può avere la sua vita sostanzialmente segnata per sempre per il fatto di avere dato un buffettino veloce che non è una violenza sessuale?”, domanda polemicamente ai suoi ascoltatori.

“Io dico no e stiamo ormai arrivando al fondo, perché qualsiasi cosa ormai è un pericolo. Anche una bravata diventa un anno e 6 mesi. – sbotta il giornalista in diretta radio – Io dico solo vergogna. Ormai stiamo sprofondando perché questo qua è stato condannato per un semplice motivo, per dare un esempio. Non c’è altro motivo”. Pochi minuti dopo Cruciani decide di telefonare proprio alla protagonista della vicenda. Ma Greta Beccaglia non si fa intimidire e conferma quanto dichiarato poche ore prima: la condanna contro Serrani è giusta. Secondo la giornalista, che utilizza un linguaggio tipico dell’eversione di sinistra degli anni ‘70, sarebbe giusto “colpirne uno per educarne 100”.

“Il denaro del risarcimento andrà a una onlus che combatte per i diritti violati delle donne in tutto il mondo. – ha spiegato la giornalista al Corriere della Sera – Non è importante che io perdoni il tifoso. È lui stesso che deve perdonarsi. Spero che abbia capito il male che mi ha fatto, e che questa condanna sia di esempio. Non provo odio, solo tristezza. Vorrei invece che ciò che è successo serva a far capire a lui e a tanti altri che toccare, oltretutto con violenza, il sedere a una donna, è un gesto abominevole e non un atto goliardico. Non c’è niente di allegro, nulla di carnevalesco. È solo un atto di terribile umiliazione. Una violenza”.

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