La Procura di Roma ha annunciato la chiusura con archiviazione dell’inchiesta sulla morte dell’attore Paolo Calissano, deceduto nel suo appartamento nella capitale il 30 dicembre 2021, a 54 anni.
All’annuncio della notizia, il fratello Roberto ha annunciato che l’inchiesta ha stabilito due cose importanti: “il suo corpo non è stato trovato in avanzato stato di composizione, anzi. La sua morte è avvenuta tra il 29 e il 30 dicembre. L’abbandono è stata una fantasia di alcuni media”.
E poi le cause reali della morte. Roberto Calissano si è impegnato a non rivelare l’ipotesi di reato che ha portato alla morte del fratello, ma afferma: “Ci siamo impegnati a non rivelarlo prima della conclusione, ma basti sapere che sono state ricostruite le difficoltà patrimoniali di Paolo”.
La sua morte, dunque, non è avvenuta “a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Quella sera accettò il rischio di morire, probabilmente”.
Le ragioni possono trovarsi a causa dei debiti e della depressione. I due fratelli si erano sentiti l’ultima volta dieci giorni prima della morte di Paolo, il 19 dicembre: “Era giù. Non gli feci abbastanza domande, forse. Tutto rimase nella sfera del non detto. Paolo aspirava al diritto all’oblio. Invece i motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell’episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei un’operazione verità nei suoi confronti”.
Le dichiarazioni di Roberto Calissano coincidono con i rapporti delle indagini: l’attore è stato ritrovato senza vita nel suo letto e nel suo appartamento erano presenti diversi psicofarmaci.
L’ultima apparizione di Calissano in tv risaliva a tre anni prima, nel 2018, quando partecipò alla fiction di Rai1 “Non dirlo al mio capo 2”.
Nel 2005 la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira, madre di due figli, morì nella casa genovese dell’attore per overdose di cocaina.
Calissano fu arrestato con l’accusa di cessione di stupefacenti e condannato a quattro anni di reclusione. Scontata la pena, nel 2008 fu trovato ancora positivo alla cocaina dopo un incidente stradale.
Scontò la pena in una comunità di recupero e gli fu affiancato un amministratore di sostegno, ma a quel punto debiti e depressione non sembravano più risolversi.