Quello della parità di genere è un tema scottante che riesce a dividere tra loro anche le donne. È anche il caso di Antonella Viola e di Giorgia Meloni. L’immunologa dell’Università di Padova, ospite dell’ultima puntata di In Onda su La7, oltre a parlare di vaccini anti Covid, viene sollecitata a dire la sua anche su questo argomento. La professoressa Viola decide di non fare sconti al presidente del Consiglio che, secondo lei, sarebbe riuscita ad arrivare a Palazzo Chigi solo perché avrebbe accettato un certo tipo di “gioco”.
“Sento l’importanza della battaglia di genere. – affonda subito il colpo Antonella Viola durante In Onda – Sento che è un tema estremamente sentito dalle ragazze più giovani, non sono convintissima che l’arrivo di Giorgia Meloni alla presidenza del Consiglio sia effettivamente un passo importante in questa direzione”. Questo il dubbio espresso dall’immunologa.
Certo, aggiunge Antonella Viola, il suo arrivo a Palazzo Chigi “da un certo punto di vista lo è, senza dubbio, perché effettivamente è la prima donna ad esserci arrivata. Però lei non porta avanti questo tema, ricordiamo tutti la battaglia sul nome. Lei si vuole presentare come un leader quasi neutrale, non volendo riconoscere quello che rappresenta. Ricordiamo questa posizione assurda. Non sono convinta che sia un passo decisivo verso la parità di genere nella politica. Credo che, tutto sommato, la nostra premier sia una donna che ha accettato il gioco politico maschile. – questa la sua grave accusa al premier – E questo è il motivo per cui è arrivata dov’è adesso. Sarebbe bello, invece, che quel posto fosse occupato da una donna che rompe gli schemi e che porta avanti un gioco politico diverso, uno femminile”, conclude.
“Non vedo perché noi dobbiamo dire ‘il premier’ e non possiamo dire ‘la premier’”. – la aveva invece attaccata nell’ottobre scorso, stavolta dallo studio di Otto e mezzo – Vorrà dire che mi permetterò di chiamare Matteo Salvini ‘la signora vicepresidente del Consiglio’”. Nella puntata di ieri di In Onda, invece, anche il giornalista Giovanni Floris si permette di criticare Giorgia Meloni. “Lei ha vinto perché è nuova ma non può fare nulla di nuovo. – punta il dito il conduttore di Dimartedì – Il problema è che il presidente del Consiglio deve gestire come Draghi. Ma Draghi era Draghi, era nato per quello, mentre lei invece dovrà trasformarsi”.
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