Joseph Ratzinger come Karol Wojtyla? Sono milioni in queste ore i fedeli che si stanno domandando con forza se sia possibile avviare immediatamente la procedura per la canonizzazione dell’appena defunto Benedetto XVI. A dire la verità, neanche Giovanni Paolo II divenne santo subito, visto che morì nel 2005, divenne beato solo nel 2011, venendo infine canonizzato nel 2014. A spiegare cosa potrebbe accadere adesso è Alberto Melloni. Intervistato dal Resto del Carlino, lo storico delle religioni ritiene che tutto dipenderà dalla volontà dell’attuale Papa Francesco. Sarà Bergoglio infatti a decidere quando e se avviare la canonizzazione di Ratzinger.
“Papa Francesco non tirerà il freno, mettendosi in cattiva luce con chi lo ha contestato, o ha sbandierato quel ‘Benedetto è il mio Papa’, che proprio Ratzinger non avrebbe tollerato. – chiarisce Alberto Melloni – Francesco si trova nella posizione di chi deve decidere se creare un precedente. Se si dimetterà, diventerà difficile per il successore non fare come i due predecessori. E se canonizzerà il predecessore, diventerà impossibile per il successore non canonizzare lui”.
Lo stesso Melloni si era già soffermato sull’argomento qualche giorno fa. “La morte di Benedetto XVI non chiude solo la vita di questo teologo che ha attraversato il Novecento e il Concilio Vaticano II. – ha spiegato – È un evento che chiude anche un decennio nel quale questo sovrano riluttante, che non aveva voluto scrivere molte leggi quando è stato Papa, ha scritto la legge più importante di tutte con la sua stessa esistenza: la legge su come si fa a fare il Papa emerito”.
“Perché questi dieci anni Ratzinger non era tenuto ad abitarli nei domini temporali del suo successore e invece ha scelto di stare lì, sottraendosi a qualsiasi possibile strumentalizzazione. – ha proseguito Melloni – E non era tenuto neanche al silenzio che ha osservato in modo praticamente assoluto, fornendo così un grande supporto a Papa Francesco. Ha fatto vedere infatti che nessuno avrebbe potuto usare le sue posizioni, anche quando tutti sapevano che erano diverse da quelle Papa Francesco, contro l’autorità del successore di Pietro. Una grande lezione con cui, contro le astuzie che sembrano dominare tanti livelli delle classi dirigenti, questo teologo anziano, schivo e timido, ha testimoniato una forza interiore di rara densità”.
Intanto anche Bergoglio decide di ricordare il suo predecessore Ratzinger. “Quello di Benedetto XVI è e rimarrà sempre un pensiero e un magistero fecondo nel tempo. – rivela Papa Francesco al quotidiano Repubblica – La ricerca del dialogo con la cultura del proprio tempo è sempre stato un suo desiderio ardente. Lui, da teologo prima e da pastore dopo, non si è mai confinato in una cultura solo intellettualistica, disincantata dalla storia degli uomini e del mondo. Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio”.
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