Chi di sovranismo ferisce di sovranismo perisce. È il caso di Giorgia Meloni, che riceve uno schiaffo dalla Svezia “alleata” sovranista: l’ambasciatore svedese a Bruxelles Lars Danielsson, infatti, ha escluso qualsiasi patto sulla gestione dei flussi migratori fino al 2024.
Il nuovo governo nazionalista svedese, alla guida del semestre UE, sconfessa quindi i tanto celebrati e sbandierati “risultati” del Governo Meloni sui migranti. “Faremo sicuramente avanzare il lavoro, ma non vedrete un patto migratorio completano durante la presidenza svedese – ha detto Danielsson al Financial Times -. Ci sarà non prima della primavera del 2024, io ricevo istruzioni dal governo”. Alla faccia di Meloni, che si aspettava un’immediata risposta europea sulla gestione dei flussi migratori, anche tramite l’approvazione dell’Action plan presentato qualche settimana fa dalla Commissisone europea.
Nessun accordo a breve, dunque, proprio per volere dei sovranisti “amici” della premier italiana. Che, insieme al ministro Piantedosi si appresta a varare un decreto antiOng, indipendentemente da possibili accordi con stati membri della UE. Ma questa legge sarà un nuovo terreno di scontro con l’Europa: il decreto, infatti, prevede che i migranti soccorsi dalle navi umanitarie debbano essere informati della possibilità di chiedere asilo a bordo, radicando così la competenza nello Stato di cui la nave batte bandiera. Interpretazione del diritto internazionale che non piace però alla UE.