Nel giorno dei funerali di Joseph Ratzinger, che si svolgeranno nella basilica di San Pietro, emergono altri particolari sulle esequie. Come ad esempio il contenuto della bara di cipresso che conterrà le spoglie mortali di Papa Benedetto XVI. Nel feretro sono stati infatti posti le medaglie del suo pontificato, i palli e il rogito. Quest’ultimo è un testo in latino, inserito in un cilindro di metallo, che descrive tutti i passaggi fondamentali del suo pontificato.
Nel 2007, l’allora Papa in carica Benedetto XVI era riuscito ad autorizzare il ricorso al messale pre-conciliare con la lettera apostolica “Summorum Pontificum”. Tra mille polemiche, il ritorno alla messa in latino era una possibilità concreta che spettava ai parroci valutare. Un passo particolarmente delicato, che aveva anche una doppia valenza politica.
Benedetto XVI, al di là delle proprie convinzioni, comunque molto favorevoli, aveva fatto questa scelta per riappacificarsi con i lefebvriani, allora sul piede di guerra, neanche troppo simbolicamente, perché dai tempi del Concilio vaticano secondo in poi, non avevano avuto ascolto nemmeno con il papato di Giovanni Paolo II.
La decisione di Ratzinger, accolta con plauso dai conservatori, è stata poi tarpata dal successore di Joseph Ratzinger, papa Bergolio, cioè Francesco I.
Nel 2021, infatti, Jorge Maria Bergolio, ha pubblicato motu proprio “Traditionis custodes”, considerando come un’ eccezione l’uso del Missale Romanum del 1962, ancorandolo alla richiesta di autorizzazione alla Sede apostolica, e criticandone un “uso strumentale” caratterizzato “da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la “vera Chiesa”.
Di fatto, quella decisione ha affossato quanto professato da Ratzinger, provocandogli un duro colpo. A dirlo è colui che viene considerato dai media ormai una specie di scatola nera di Ratzinger, padre Georg Gaenswein, segretario particolare del papa emerito.
Padre Georg ha dichiarato a Die Tagespost che quella decisione di papa Francesco ha “spezzato il cuore” a Benedetto, “l’ha colpito molto duramente”.
L’arcivescovo tedesco ha proseguito: “Credo che abbia spezzato il cuore di papa Benedetto leggere quel motu proprio. L’intenzione di papa Benedetto era stato quello di aiutare quelli che semplicemente avevano trovato una casa nella vecchia messa a trovare una pace interiore, trovare una pace liturgica e anche per sottrarli a Lefebvre”.
“Se pensate per quanti secoli la vecchia messa è stata fonte di vita spirituale e nutrimento per molti santi è difficile immaginare che non abbia più nulla da offrire. È impossibile immaginare che non abbia più nulla da offrire. E non dimentichiamo tutti quei giovani che sono nati dopo il Concilio vaticano II e non sanno nulla dei drammi che hanno circondato quel concilio”, ha concluso il teutonico.
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