A poche ore dal durissimo attacco sferrato contro la Bce dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ci pensa Mario Monti a bacchettare il governo Meloni. “Fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare”, aveva dichiarato Crosetto. E allora l’ex premier e senatore a vita si permette di consigliare “il silenzio” a tutti i ministri del governo.
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“L’Italia deve combattere quegli stereotipi che circolano in alcuni Paesi del Nord Europa, secondo cui non si preoccuperebbe delle generazioni future e vorrebbe scaricare i suoi oneri su altri partner comunitari, come del resto in parte avviene fisiologicamente con il Next Generation Eu dove il nostro Paese riceve più di quanto versa. – così Mario Monti intervistato da Repubblica – E deve combatterli alla radice, togliendo loro quel tanto di verosimiglianza che a volte si riscontra in un Paese che spesso trova naturale avere disavanzi di bilancio molto alti, tollerare un’evasione fiscale elevatissima e sanata da frequenti condoni, muoversi verso una tassazione proporzionale invece che progressiva malgrado disuguaglianze sempre più gravi, considerare indecente il solo discutere di una modesta imposizione sui patrimoni o di imposte di successione un po’ più alte, come in tanti altri Paesi europei”.
“Va tenuto presente che la Bce deve pensare all’interesse comune dell’intera zona euro, non a questo o quel singolo Paese. – precisa Mario Monti – E vi sono tensioni quasi permanenti. Esponenti dei governi del Sud Europa reclamano tipicamente tassi più bassi e maggiore larghezza monetaria, e viceversa quelli del Nord. Questo non giova a nessuno. Ci sono casi in cui il silenzio è più utile. Pochi sanno, ad esempio, che la faticosa soluzione della crisi finanziaria di dieci anni fa iniziò proprio con una posizione comune dei tre maggiori Paesi che, rompendo con il passato, si imposero un silenzio simmetrico”.
Monti si dice convinto che chiedere alla Bce una politica monetaria più permissiva potrebbe ottenere l’effetto opposto. “Se l’obiettivo di certe dichiarazioni è evitare un rialzo dei tassi, esse non avranno seguito reale. – ecco la bacchettata dell’ex premier a Crosetto – Un’altra ipotesi è che chi fa questi attacchi punti, più che ad un risultato a Francoforte, ad avere consenso in casa propria, mostrando la propria capacità di protesta, a “difesa” della Nazione. Ma il ministro della Difesa Crosetto mi pare persona genuina, concreta, non cinica, oltre che simpatica. Forse non aveva ancora avuto modo di riflettere bene su questo tema complesso”.
Monti tende però la mano alla Meloni. “Mi sembra che al governo oggi ci siano persone che ancora poco tempo fa erano accomunate da una visione populista, e in certi casi sovranista. – premette – Persone che hanno avuto il costume dell’opposizione più a lungo di altri in Italia: in quell’habitat era comprensibile la denuncia, per quanto superficiale e a volte grottesca, di forze esterne più o meno occulte. Adesso, la presidente Meloni, con grande lucidità e guardando evidentemente a un disegno di lungo periodo, ha invertito le posizioni che teneva sull’Europa. Vedo con favore questo nuovo orientamento, dimenticando volentieri che fino a uno o due anni fa c’era anche lei nel mazzo di coloro che fustigavano alcuni governi, forse il mio più di altri, per avere seguito in stato di necessità linee molto simili a quelle che lei, con mano ferma, sta imponendo alla maggioranza”, conclude.
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