Le spoglie mortali di Joseph Ratzinger non sono ancora state seppellite che già iniziano a tessersi trame oscure in Vaticano. Secondo il vaticanista di Repubblica Iacopo Scaramuzzi, infatti, sono diverse le figure apicali presenti all’interno della Chiesa cattolica a sentirsi in qualche modo orfane di Benedetto XVI, considerato un difensore delle vecchie tradizioni. Per questo qualcuno starebbe pensando di riaprire la lotta contro Papa Francesco, considerato quasi un usurpatore. Ecco chi sono i possibili congiurati.
Secondo Scaramuzzi, Joseph Ratzinger venne “eletto da cardinali che videro in lui l’uomo capace di rilanciare i fasti del wojtylismo con credibilità personale e fermezza dottrinale”. Ma durante il suo pontificato i suoi sostenitori più tradizionalisti rimasero molto delusi dalle sue prese di posizione. “I conservatori non hanno apprezzato che Benedetto XVI reagisse agli scandali che esplosero nei suoi anni con tono penitenziale, scambiato per cedevolezza. E non gli hanno mai perdonato di aver rinunciato al pontificato”, precisa il vaticanista di Repubblica.
Il suo gesto inaspettato, infatti, aprì le porte del Vaticano nel 2013 all’elezione di Jorge Mario Bergoglio che prese il nome di Francesco. Un personaggio considerato non proprio ideale per proseguire nel solco della linea conservatrice intrapresa dal suo predecessore. A quel punto Ratzinger è divenuto suo malgrado un punto di riferimento per tutti gli oppositori tradizionalisti di Papa Francesco.
Il primo ad uscire allo scoperto è proprio il segretario particolare di Ratzinger, Georg Gänswein, che ha subito criticato Bergoglio sul tema della liturgia. Tra i maggiori oppositori del pontificato bergogliano c’è anche Walter Brandmüller. L’anziano cardinale tedesco non ha mancato di far spesso sentire le sue critiche contro Francesco e ha anche criticato apertamente Benedetto XVI per aver dato le dimissioni dal Soglio di Pietro.
Altra spina nel fianco di Francesco è rappresentata dal cardinale statunitense Raymond Leo Burke, autore del messale pre-conciliare e oltranzista ‘pro life’, come ad esempio sul tema della comunione concessa alle persone divorziate e risposate. Da citare tra gli anti bergogliani anche il cardinale Gerhard Ludwig Müller, allievo di Benedetto XVI e suo successore alla guida della Congregazione della Dottrina della fede. Più moderato invece si dimostra il cardinale australiano George Pell, già in carcere per 400 giorni con l’accusa, poi ritirata, di abusi sessuali compiuti su minori. Più morbidi contro Francesco, infine, il cardinale guineano Robert Sarah, e quello di Hong Kong Zen Ze-kiun.
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