I gemelli del gol, fratelli nella vita e sul campo. La storia d’amicizia e comunione durata oltre 40 anni tra Giancluca Vialli, scomparso oggi a 58 anni, è Roberto Mancini, ct della Nazionale, è uno dei romanzi più belli del calcio italiano.
Furono loro due, insieme, a metà anni ‘80 a portare alla Sampdoria, dove si incontrarono, uno scudetto e due Coppe Italia: diventarono un simbolo, l’emblema di esultanze divenute iconiche e di un sodalizio di ferro che portò Luca a rifiutare anche offerte più prestigiose, come quella del Milan.
Un legame che ha attraversato gli anni. Nel 2021, dopo la vittoria di Euro 2020, il loro abbraccio è passato alla storia. “In quell’abbraccio – ha spiegato Mancini nel docufilm ‘La bella stagione’ – c’è amore, amicizia, tra di noi, tra noi e gli italiani, è stato veramente qualcosa di speciale. Ci conosciamo dal 1984, lui giocava nella Cremonese e io alla Sampdoria”. Lo stesso Vialli m, più volte, aveva ricordato di aver “vissuto con Roberto i momenti più belli della mia vita da calciatore”.
Mancini non ha mai lasciato Luca durante la malattia. “Quando ci sentiamo è solo per cazzeggiare – aveva detto il ct azzurro – ma è sempre in cima ai miei pensieri. Si è ammalato un fratello, ma anche in questa storia Gianluca ha dimostrato la sua forza”. Nel momento degli Europei Vialli sembrava star meglio e Roberto lo aveva voluto con sé come capo delegazione. E ha fatto bene, perché la presenza di Luca come trascinatore e motivatore è stata determinante per la vittoria. Insieme Luca e Roberto hanno scritto anche un libro per raccogliere fondi per l’ospedale Gaslini di Genova.
“Ti voglio più bene adesso di quanto te ne volessi In luglio..💙💙 buona fortuna! Mi mancherete ma il mio cuore sarà con voi” ha scritto Luca a Roberto e agli azzurri a marzo di un anno fa, quando l’Italia non si è qualificata ai mondiali. Poi il male è tornato e oggi si è portato via uno dei due gemelli del gol.