Roberto Saviano protagonista di una feroce polemica contro Giorgia Meloni anche in occasione dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Lo scrittore napoletano si fa notare prima per un tweet in cui mette in evidenza il fatto che il boss sia stato arrestato “dove tutti sapevano che fosse”, sotto casa sua in pratica. Poi, intervistato da La Stampa, l’autore di Gomorra punta il dito contro il governo di centrodestra guidato dalla Meloni che, a suo dire, sarebbe il “meno antimafioso della storia”.
“Certamente un successo per l’Italia e un grande lavoro dei carabinieri. – così Roberto Saviano commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro – Più difficile pensare che il merito sia del governo Meloni, il meno antimafioso della nostra storia. Vecchia storia (quella della protezione dei politici ai boss, ndr). Difficile dimenticare che il referente di Matteo Messina Denaro è stato Tonino D’Alì, ex senatore di Forza Italia e sottosegretario all’Interno, a cui i giudici hanno contestato la vicinanza a Cosa Nostra. E in particolare a Riina e ai Messina Denaro padre e figlio. Questo è il livello di stratificazione delle relazioni”.
Secondo Roberto Saviano “quando si parla di Sicilia bisogna sempre fare attenzione. Ci sono stati dei cambiamenti profondi. Ma noto anche che Dell’Utri e Cuffaro continuano ad avere consenso e uomini sul territorio. E dunque fatico a convincermi che ci sia stata una rottura definitiva tra potere politico e mafia in Sicilia. I rapporti del passato tra Forza Italia e Cosa Nostra sono ampiamente documentati. Storicamente e giudiziariamente”, accusa.
“Che per lo Stato sia un successo è certo. – ribadisce lo scrittore – Che il merito sia di questo governo non direi. Anzi, direi che questo è uno degli esecutivi meno antimafiosi che il Paese abbia avuto. È solo una constatazione. La mafia ama fare affari con chi sta al potere, indipendentemente dai colori. Lo ha fatto con la destra e con la sinistra. Ma la predilezione per la destra è testimoniata da una infinità di atti e documenti”.
“Le voci su un possibile arresto giravano da molto tempo e quello di Piantedosi sembrava lo spot di uno che sapeva. – Saviano punta ancora il dito contro il governo Meloni – Uno spot pericoloso perché rischiava di far saltare l’operazione. Ma evidentemente il ministro era certo di fare cassa mediatica con un arresto di cui non ha alcun merito. I carabinieri hanno lavorato su Matteo Messina Denaro per anni. Di sicuro i tempi erano maturi. Molti in questa fase mi vogliono portare in tribunale. E Graviano, mente operativa dell’assassinio di Falcone e Borsellino, è tra loro. Sostiene che io abbia mentito quando scrivo che Riina lo mandò a Roma per costruire una Super-Cosa da contrapporre alla Superprocura”, conclude così la sua intervista.
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