Scontro interno alla maggioranza di centrodestra. Il governo Meloni contro Nordio sulle intercettazioni. Il progetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio è quello di una “revisione profonda dello strumento delle intercettazioni”. Un obiettivo che il Guardasigilli scelto da Giorgia Meloni sembra intenzionato a raggiungere in breve tempo. Ieri si è tenuta a Montecitorio la seconda giornata di relazione di Nordio sull’argomento, tra gli applausi scroscianti dei deputati di Forza Italia. Ma in molti dentro Fratelli d’Italia e Lega cominciano a storcere il naso. Il quotidiano Repubblica raccoglie alcune di queste lamentele, rimaste rigorosamente anonime.
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Il governo Meloni in fibrillazione sulle intercettazioni per colpa di Nordio
“Com’è possibile aver fatto questo capolavoro, cioè inimicarsi il fronte antimafia nella settimana in cui la giustizia in Italia scrive una pagina storica?”, si sfoga un senatore del partito di Giorgia Meloni secondo la versione di Repubblica. “E comunque sul fatto che si continua a intercettare anche per corruzione, frodi, e vari traffici criminali mi pare che adesso è più chiaro, no? Il ministro si è spiegato con maggiore chiarezza, e pazienza”, aggiunge con sarcasmo un deputato in stretto contatto con il premier.
“Il ministro dice cose non scorrette, ma un po’ datate, a volte. Anche sull’abuso d’ufficio: ci sono stati interventi normativi che già hanno delimitato l’area in cui incide. Certe intemerate appaiono superflue”, un altro parlamentare critica così Nordio sulla riforma delle intercettazioni. “Ecco, che bisogno c’era di svegliare il can che dorme, noi, adesso? – sbotta un altro meloniano riferito alla reazione dei magistrati – Una parte dei magistrati, seri, sono alla finestra a capire quale idea abbiamo: magari persino disposti a considerare che la nostra politica giudiziaria non è vetero berlusconismo. E invece: bum, gli facciamo ‘sto regalo”.
Insoddisfazione contro Nordio
Ma anche nella Lega le acque sono agitate. “Visto che noi siamo quelli che difendono l’ergastolo ostativo, chiedono certezza della pena, teniamo il punto all’ultimo referendum con il No alla cancellazione della Severino”, tuona un esponente salviniano. E allora, per cercare di calmare le acque, è costretto ad intervenire uno dei più fidati collaboratori della Meloni. “Le Procure non saranno mai private delle intercettazioni”, rassicura il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ribadisce che “le mafie e i delinquenti sono quelli che dobbiamo fare arrabbiare, appena arrivati, non i magistrati che ti arrestano Messina Denaro. Quindi, anche per i reati spia restano le cimici, tranquilli: però senza gli abusi ignobili delle conversazioni private sui giornali. Questo vuole dire il ministro, ma si fa coinvolgere forse da vecchie battaglie. E alla Camera lo ha detto. Certo, meglio di mercoledì in Senato con quella scivolata mostruosa con i boss che non parlano al cellulare. Alcune cose le dice male, con la spada. Altre non sono completamente in linea”.
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