“Stai rischiando molto!”, il mafioso Salvatore Baiardo minaccia in diretta Massimo Giletti, giornalista e conduttore di “Non è l’Arena” su La7.
Salvatore Baiardo, il prestanome dei fratelli Graviano, capimafia del mandamento di Palermo, era risalito alle cronache lunedì scorso, dopo l’arresto dell’ultimo capo dei capi, Mattia Messina Denaro.
In un’intervista sibillina, lo scorso novembre, l’ex gelataio Baiardo, testimone del passaggio del boss in Veneto, aveva “profettizzato” il suo arresto negoziato a causa delle condizioni di salute del capo di Cosa nostra. Il mafioso è salito alla ribalta delle cronache, erroneamente presentato come pentito.
L’invito in trasmissione questa volta è avvenuto in diretta, dove Baiardo non ha aggiunto cose nuove, ma le ha arricchite con una minaccia o un monito, comunque qualcosa a cui Massimo Giletti dovrebbe prestare attenzione.
I fratelli Graviano devono scontare diversi ergastoli, tra i quali quelli per la morte del prete antimafia del quartiere Brancaccio, don Pino Puglisi, e di Paolo Borsellino, ucciso insieme a cinque agenti della sua scorta nell’attentato di via D’Amelio del 19 luglio 1992.
Ma cos’è successo nella trasmissione di domenica 22 gennaio? Presente in studio, Salvatore Baiardo cerca di contestare il ruolo attivo di Filippo Graviano nella strage di via D’Amelio. Dovendo chiudere la trasmissione, Massimo Giletti lo incita a concludere.
“I Graviano – dice Baiardo – hanno svariati ergastoli, non devo dire io chi sono. Ma discuto sull’attentato a Borsellino, Giuseppe Graviano non era lì come dicono i pentiti, prima ci sono i documenti e poi spariscono”.
L’imprenditore si rivolge personalmente a Giletti: “Le dico una cosa, lei fa del buon giornalismo, ma lei sta rischiando parecchio, ma a 360 gradi. Non perché Filippo Graviano nell’ora d’aria abbia detto ‘Ci sta scassando’, perché ha visto la trasmissione. Lei sta rischiando non solo a livello mafia”.
Visibilmente agitato, Giletti prima chiede: “Cosa vuoi dire?”, poi ride e taglia corto rispondendo: “Voglio andare a letto tranquillo stasera”. Ma le allusioni del prestanome dei boss per le imprese del Nord sono pesanti e non è esclusa un’indagine.