Era stata già annunciata svariate volte in passato, ma è ufficiale lo stop alle password condivise su Netflix. Per contrastare i “furbetti delle password”, la piattaforma di streaming americana ha deciso di mettere la parola fine alla condivisione delle password. Un fenomeno che, secondo le stime dell’azienda californiana, riguarda almeno 100 milioni di utenti che a sbafo hanno usufruito dei servizi della piattaforma pagando meno abbonamenti del previsto, contro 200 milioni di famiglie paganti. Il cambio di rotta è ormai vicino. A partire già da marzo infatti, gli utenti Netflix non potranno più condividere le credenziali di un account per guardare film e serie TV anche per chi è al di fuori del nucleo familiare.
Al via lo stop password condivise su Netflix
La notizia ufficiale è stata rilanciata dal portale Netflixmania.it. Un account Netflix “è destinato a persone che vivono insieme in un unico nucleo domestico”. E, ancora, “Le persone al di fuori del tuo nucleo domestico dovranno usare un account proprio per guardare Netflix”. La condivisione delle password è un problema che incide sui profitti, ma l’aumento degli abbonamenti nel 2020 aveva permesso all’azienda di evitare di affrontarlo. Con le entrate in calo quest’anno e la prima perdita di abbonati in 10 anni, il Ceo Reed Hastings ha deciso di correre ai ripari.
L’annuncio definitivo è contenuto in una lettera indirizzata agli azionisti datata 19 gennaio: a pagina 5, nel capitolo “Product and Pricing”, si legge che “nel corso del Q1 si prevede di iniziare con una più ampia diffusione dello sharing a pagamento”. Condividere l’account non sarà più gratis, dunque. La stretta alla condivisione dell’abbonamento è stata già sperimentata in Paesi come Cile, Costa Rica e Perù e ora approderà dunque anche in Italia. Il riferimento al Q1, cioè il primo trimestre di rendicontazione della società, ci permette di dire che lo stop partirà a marzo.
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Come Netflix monitorerà gli accessi
Nella pratica, per riuscire nell’intento, Netflix vuole avvalersi di nuovi strumenti in grado di monitorare con precisione gli accessi alla piattaforma. Si tratta di un complesso sistema che si basa sull’incrocio dei dati provenienti dagli indirizzi IP e ID dei dispositivi utilizzati per lo streaming. L’obiettivo è quello di stanare gli utenti estranei al nucleo famigliare che ha sottoscritto l’abbonamento.
Cosa cambierà da marzo per gli abbonati
Al momento, il piano di abbonamento varia in base al numero di dispositivi che si vogliono collegare contemporaneamente, ma non vengono imposti limiti al numero di dispositivi che si possono associare all’account. Con l’introduzione delle modifiche cambia innanzitutto l’interpretazione del termine “nucleo familiare“, con il quale si intenderà un gruppo di persone che vivono nella stessa casa. Per capirlo, nei test condotti negli Stati del Sud America il luogo di connessione è stato rilevato tramite l’indirizzo IP. Dopodiché, se l’anomalia fosse persistita per due settimane gli utenti avrebbero ricevuto una notifica con la proposta di cambiare l’indirizzo predefinito oppure di versare una tariffa aggiuntiva per poter utilizzare l’abbonamento in entrambe le abitazioni.
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