Non accennano a placarsi le polemiche politiche intorno al caso Cospito. Al centro delle critiche ci sono due esponenti di Fratelli d’Italia: il capogruppo alla Camera Giovanni Donzelli e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, entrambi fedelissimi di Giorgia Meloni. L’altro giorno a Montecitorio Donzelli ha accusato il Pd, di cui alcuni esponenti sono andati a trovare in carcere l’anarchico Alfredo Cospito, di stare dalla parte dei terroristi e dei mafiosi. I Dem hanno replicato con indignazione, accusando a loro volta Delmastro di aver passato al collega degli atti riservati. Per questo chiedono le dimissioni di tutti e due. Ora però, secondo quanto riporta Repubblica, emergono alcuni retroscena sui dialoghi tra boss in carcere che avrebbero dovuto rimanere segreti.
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Alfredo Cospito e i dialoghi tra boss
Sarà la procura di Roma a stabilire se Giovanni Donzelli ha commesso un reato, rivelando alcuni particolari di quanto accaduto in carcere ad Alfredo Cospito, oppure se si tratti solo di una “violazione delle norme basilari che regolano i rapporti tra l’amministrazione dello Stato, il Parlamento, il circuito carcerario e le procure antimafia”, scrive il quotidiano romano. Delmastro intanto si difende parlando della “natura amministrativa” di quegli atti. Ma secondo Repubblica è assolutamente vietato far circolare in questo modo i dialoghi tra boss mafiosi reclusi al 41 bis che invece dovrebbero rimanere segreti.
Dalla ricostruzione degli eventi di questi ultimi giorni, emerge che lunedì scorso la Direzione generale ‘Detenuti e trattamento’ del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) invia via email al ministero della Giustizia il file con le relazioni di servizio su Alfredo Cospito. Relazioni scritte dagli agenti del Gom, il Gruppo operativo mobile che nelle carceri si occupa anche di ascoltare e registrare i dialoghi tra boss reclusi al 41bis. Documenti che, oltre al ministro Carlo Nordio, finiscono nelle mani di Delmastro.
Quei documenti dovevano rimanere segreti
“Sono relazioni in cui si segnala qualsiasi circostanza ed episodio rilevante per la sicurezza. A mio parere sono e devono essere coperte dal riserbo e gli ufficiali pubblici sono tenuti a mantenere il segreto”, precisa l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Insomma, in quei fogli non è descritta solo la situazione carceraria dell’anarchico, ma anche i segreti inconfessabili di alcuni boss mafiosi e possibili notizie di reato.
Tra lunedì e martedì scorso Delmastro riferisce dunque a Donzelli il contenuto di uno di questi documenti, proprio quello in cui si parla della visita in cella a Cospito dai quattro deputati del Pd Debora Serracchiani, Walter Verini, Andrea Orlando e Silvio Lai. Il boss della ‘ndrangheta Francesco Presta, ad esempio, incita Alfredo Cospito a proseguire il suo sciopero della fame contro il 41bis e l’anarchico replica: “Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”. E anche il boss dei Casalesi Francesco Di Maio inizia a fare pressioni.
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