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Il progetto di Fratelli d’Italia: “Insegniamo a sparare nelle scuole”

Insegnare a sparare nelle scuole agli studenti. È questa la proposta di un importante esponente di Fratelli d’Italia, poi subito smentita, che ha scatenato una furibonda polemica contro il partito del premier Giorgia Meloni. L’idea sarebbe venuta al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, un fedelissimo della Meloni. A raccontarlo è il quotidiano La Stampa. Ma Fazzolari nega decisamente questa ricostruzione. Intanto però la bufera politica era già partita.
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Fazzolari Meloni sparare nelle scuole
Giovambattista Fazzolari

La proposta di Fazzolari sulla possibilità di sparare nelle scuole

Secondo quanto riporta La Stampa, per Giovambattista Fazzolari il tiro a segno sarebbe “una disciplina con la stessa dignità degli altri sport, appassiona i ragazzi”. L’intenzione del sottosegretario sarebbe quella di “portare gli studenti al poligono per farli esercitare. Il progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole richiede un tavolo di lavoro. Esiste una rete di associazioni che possono essere coinvolte e connesse al mondo scolastico. Ci sono giovani entusiasti e talentuosi che praticano questa attività nei momenti liberi, ma manca una struttura e un riconoscimento ufficiale. Ritengo che il tiro a segno meriti la stessa dignità degli altri sport”,

Secondo il quotidiano torinese, Fazzolari avrebbe parlato ieri della possibilità di insegnare a sparare nelle scuole con Franco Federici, consigliere militare presso la presidenza del Consiglio, nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi. “Sì, in effetti è anche una disciplina olimpica. Vediamo cosa possiamo fare. Organizziamo un incontro e mettiamo intorno al tavolo i vari soggetti interessati”, avrebbe risposto Federici.

La smentita del fedelissimo della Meloni

“L’articolo apparso oggi sul quotidiano La Stampa nel quale si sostiene che io vorrei ‘insegnare a sparare nelle scuole‘ è ridicolo e infondato. – ecco però la smentita di Fazzolari – La chiacchierata tra me e il generale Federici, consigliere militare del presidente Meloni, che il giornalista de La Stampa crede di aver carpito come uno scoop verteva su tutt’altro. La necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze armate e Forze di polizia. E oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto”.

“Trovo quest’idea molto preoccupante. – commenta invece lo psichiatra Paolo Crepet – La conferma che non si è consapevoli di ciò che accade nelle scuole, dove esasperazione e violenza sono dilaganti. Anche se il tiro a segno è una disciplina olimpica, non è questo il punto di discussione. L’introduzione di questa attività nelle scuole significherebbe incoraggiare l’utilizzo di una pistola e il tiro. Mi chiedo come sia possibile proporre una cosa del genere, quando ci sono molte altre materie importanti che dovrebbero essere insegnate nelle aule”.

“Ci mancavano solo le armi a scuola. – attacca la capogruppo del M5S in Senato Barbara Floridia – Le parole del numero 2 di Giorgia Meloni, Fazzolari, paladino dei portatori di armi, che secondo quanto riportato dalla stampa vorrebbe mettere le pistole in mano ai nostri studenti, sono gravissime e vanno chiarite al più presto. Possibile che gli sfugga il pericolo enorme che si correrebbe ed il messaggio culturale devastante che si manderebbe ai nostri ragazzi? La scusa del tiro a segno è ridicola. Pretendiamo che il ministro Valditara o la stessa Giorgia Meloni dicano con chiarezza se sono d’accordo con Fazzolari e davvero vogliono portare le armi nelle nostre scuole”.
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