I carabinieri del Ros hanno arrestato il medico di base del latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio. Per i pm, il dottore Alfonso Tumbarello avrebbe aiutato il latitante, garantendone l’anonimato e per questo permettendo di sfuggire alla cattura. I reati contestati sono quelli di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico.
>>>>>(Video) La tentata fuga e le prime parole dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro
Le motivazioni dell’arresto del medico di Messina Denaro
Alfonso Tumbarello, medico di base, ha permesso al boss Matteo Messina Denaro di prolungare ulteriormente la sua latitanza assicurandogli “riservatezza sulla sua reale identità, e dunque gli ha consentito di continuare a sottrarsi alla cattura”. Queste le motivazioni con cui la procura di Palermo ha ordinato l’arresto del medico al Ros. Tumbarello, infatti, curava il finto Andrea Bonafede, l’alterego che l’ultimo boss dell’era stragista usava per ricevere le cure per il cancro alla clinica La Maddalena.
Il gip di Palermo, Alfredo Montalto, ha accolto la richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Secondo gli inquirenti, Alfonso Tumbarello avrebbe anche firmato le ricette e le prescrizioni mediche per il latitante, tutte intestate al suo factotum, Andrea Bonafede. Il percorso di cure ricevute dal boss nella struttura “La Maddalena” è durato più di due anni. Di conseguenza, le prescrizioni mediche sono state più di un centinaio.
Così facendo, il medico di base ha assicurato al falso Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, di rimanere a guidare l’associazione mafiosa dalla sua Campobello di Mazara. Tumbarello era stato iscritto nel registro degli indagati già dal 17 gennaio, il giorno dopo la cattura del boss. Nel frattempo il suo studio è stato perquisito e lo stesso professionista è stato interrogato alcune volte.
Matteo Messina Denaro, in manette anche un terzo Andrea Bonafede, legato al medico arrestato
Di Andrea Bonafede non ne esistevano solo due: quello fittizio, ossia il boss Messina Denaro, e neanche colui che aveva prestato la sua identità al capomafia. Esiste anche un altro Andrea Bonafede, cugino e omonimo dell’altro, arrestato poco dopo il padrino. L’ultimo a finire in manette, il cugino, è stato una specie di factotum per Messina Denaro. I reati contestati sono il favoreggiamento e la procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver favorito Cosa nostra.
Bonafede si è occupato di recuperare le prescrizioni mediche e gli esami clinici realizzati dal medico Tumbarello, al quale avrebbe poi consegnato la documentazione sanitaria necessaria. Anche in questo caso le sue azioni hanno favorito la latitanza del boss di Cosa nostra.
Leggi anche: Con Messina Denaro finisce lo stragismo, parla l’uomo che arrestò Riina, Conti in tasca a Messina denaro: ecco quanto spendeva.