Il governo Meloni affronta la sua più grave crisi interna da quando è entrato in carica dopo le elezioni del 25 settembre. Si è infatti dimesso Giovanni Sallusti, il portavoce del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Secondo la versione ufficiale la sua decisione sarebbe dovuta a motivi personali e familiari. Ma nella giornata di ieri aveva ufficializzato le sue dimissioni anche Marina Nalesso, portavoce del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. La giornalista tornerà a lavorare al Tg2, diretto proprio da Sangiuliano prima della sua nomina a ministro.
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Governo: le dimissioni dei collaboratori di Valditara e Sangiuliano
Il governo non perde però solo i portavoce di Valditara e Sangiuliano. Nelle scorse settimane altri due importanti collaboratori di Palazzo Chigi avevano rassegnato le loro dimissioni. Si tratta del portavoce del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, Gerardo Pelosi. E del capo di gabinetto del ministro delle Riforme, Maria Elisabetta Casellati, Alfonso Celotto, anche lui per ragioni personali. Va in controtendenza invece l’arrivo nell’esecutivo di un altro giornalista, Mario Sechi, attuale direttore dell’Agi.
Sechi dovrebbe diventare presto il nuovo portavoce del governo Meloni. La storica portavoce della leader di Fratelli d’Italia, Giovanna Ianniello, non darà però le dimissioni dal ruolo di consigliere che attualmente ricopre. L’intenzione della Meloni sarebbe solo quella di rafforzare la sua squadra di comunicatori. E Sechi sembra proprio la persona giusta, anche se il premier ha dovuto sudare non poco per convincere gli alleati della Lega.
Secondo quanto riporta Repubblica, inoltre, il ministro Urso non ha dovuto sopportare solo le dimissioni di Gerardo Pelosi. Ma anche quelle della responsabile della sua segreteria, Valentina Colucci. Entrambi avrebbero sbattuto la porta dopo una lite scoppiata per un annuncio su un accordo raggiunto con i benzinai, poi rivelatosi fallace. Il collaboratore di Valditara, Giovanni Sallusti, nipote del giornalista Alessandro, avrebbe invece lasciato dopo che il ministro dell’Istruzione è finito sotto accusa per l’annunciata punizione della preside fiorentina, che aveva scritto una lettera in cui denunciava il pestaggio squadrista avvenuto pochi giorni prima di fronte alla sua scuola. Nessun altro particolare invece sul caso Sangiuliano.
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