Sono trascorsi già cinque giorni dalla tragedia avvenuta davanti alle coste di Cutro, vicino Crotone, dove decine di migranti hanno perso la vita nel naufragio del barcone che li trasportava dalla Turchia all’Italia. Tra loro anche molti bambini. Il cordoglio del Paese è stato dimostrato dalla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella città calabrese per rendere omaggio alle salme. Ma le polemiche sulle eventuali responsabilità non accennato a placarsi. A questo proposito, un ufficiale della Guardia Costiera accetta di raccontare la sua versione al Corriere della Sera con la promessa di restare anonimo. E si tratta di parole pesanti.
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Naufragio di Cutro, la versione dell’ufficiale della Guardia Costiera
“Sa quante vite abbiamo salvato noi l’anno scorso lungo le nostre coste? 50 mila persone. – domanda polemicamente l’ufficiale della Guardia Costiera al cronista del Corriere che lo ha raggiunto al telefono – Lo scriva, se vuole. Quella del salvataggio in mare è la nostra missione principale, da sempre. Chi ci accusa in questi giorni non sa di cosa sta parlando. Per noi i fatti sono limpidi, hanno una linearità logica e temporale coerente con quel che è successo. Adesso entra in campo la Procura quindi tutto quello che diciamo fin dal primo giorno lo valuterà l’autorità giudiziaria. Noi siamo tranquilli”.
“Ne puoi salvare 100 mila. – si sfoga l’ufficiale della Guardia Costiera parlando del naufragio di Cutro – Ma poi è quell’unico ragazzino, bambino o famiglia che non riesci a salvare fa sembrare inutile il tuo lavoro. Invece crediamo di aver operato anche in questo caso secondo le nostre regole di ingaggio”. Dal mondo politico, soprattutto di centrosinistra, arriva però l’accusa gravissima di non aver aperto un “evento Sar”, cioè di soccorso in mare, subito dopo la segnalazione arrivata da Frontex.
“Ma il Piano Sar nazionale parla di avviare le operazioni di soccorso ‘quando si presume che sussista una reale situazione di pericolo per le persone’. E nelle informazioni di Frontex questa situazione non era assolutamente rappresentata. – si lamenta l’ufficiale della Guardia Costiera – Nell’ultima posizione nota, prima del naufragio di Cutro, la barca non appariva sovraccarica o sbandata. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il tracciamento dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti”, conclude.
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