Il naufragio del Sammer Love a Cutro, in provincia di Crotone, ha lasciato dietro di sé un tragico bilancio di morti e dispersi. L’ultima vittima trovata è stata una bambina di soli 6 anni, portando il totale dei minori morti a 29 su un totale di 73 vittime.
I resti del peschereccio, recuperati dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco, mostrano uno scafo con marciume e scrostature, tenuta insieme da graffette e chiodi arrugginiti. È difficile stabilire le parti dell’imbarcazione che sono state recuperate e quali anomalie strutturali siano state causate dall’impatto con le rocce nei fondali o dalle condizioni del peschereccio stesso.
Secondo Marco Ferrando, docente di ingegneria navale all’Università di Genova, una barca con un motore in panne e con quel tipo di mare non è governabile e gli scafisti si sono presi un rischio avvicinandosi così tanto alla riva.
Il naufragio del Sammer Love è un ulteriore drammatico esempio di come la tratta di esseri umani e l’immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo sia ancora un problema urgente e che richiede soluzioni concrete e immediate. La perdita di vite umane non può essere accettata come inevitabile e deve essere contrastata con azioni efficaci a livello globale.