Matteo Salvini esulta. Sul decreto per il Ponte sullo Stretto di Messina “il Consiglio dei ministri ha dato il semaforo verde salvo intese”, si legge in una nota del ministero dei Trasporti presieduto dal leader leghista. Ma è la stessa nota ad aggiungere che “il testo sarà disponibile a breve perché sono necessari gli ultimi approfondimenti tecnici”. Insomma, secondo i retroscena comparsi su alcuni organi di stampa, il via libera al progetto dato ieri dal Consiglio dei ministri sarebbe stato imposto da Salvini solo per bilanciare politicamente la riforma fiscale targata Fratelli d’Italia.
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Secondo quanto riferisce Repubblica, i ministri del governo Meloni si sarebbero divisi durante il Cdm che ha approvato anche la riforma del fisco. Mal di pancia dimostrati dal fatto che il premier non ha fatto menzione del Ponte sullo Stretto nella successiva conferenza stampa. Bloccata anche quella che avrebbe dovuto tenere Salvini. Perplessità sarebbero giunte anche dal Quirinale.
Ponte sullo Stretto: Salvini esulta
Il decreto relativo al progetto Ponte sullo Stretto, si legge ancora nella nota del Mit, “consente l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell’opera. Rinasce così la Società Stretto di Messina che avrà una nuova e più moderna governance. È prevista una solida partecipazione del Mef e del Mit, a conferma dell’importanza che il governo attribuisce al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. In concreto, si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenterà il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana”.
Per Salvini poi “si tratta di un’opera fortemente green. Consentirà di ridurre l’inquinamento da anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto. Infine, sarà motivo di grande attrazione turistica”. Ma le opposizioni insorgono. Peppe Provenzano del Pd parla di “progetto immaginario”.
Ponte: è polemica
“Sono da sempre un grande sostenitore della realizzazione del Ponte sullo Stretto. – protesta invece il renziano Davide Faraone – Collegare Sicilia e Calabria con un ponte, tra le altre cose, consentirebbe anche a noi siciliani di viaggiare in Frecciarossa. Due perplessità però sul progetto Salvin. La prima: la proposta di ieri è stata approvata ‘salvo intese’. Vuol dire che stiamo parlando del nulla elevato al quadrato. La seconda, a proposito di Frecciarossa, nelle stesse ore in cui si approvava in Cdm il piano per la realizzazione del progetto del ponte entro il 2024 e la realizzazione dell’opera in un quinquennio, si annunciava la destinazione di quattro mld per migliorare la percorrenza tra Palermo e Catania (220 km) e ridurre la durata del viaggio da tre a due ore. ‘Tutto buono e benedetto’ come si dice dalle mie parti. Ma tratte simili, ‘nel continente’, si percorrono in un’ora”.
“Pensate ad esempio alla Roma/Napoli 216 km in 56 minuti. – prosegue Faraone – O il Ponte sullo Stretto serve per migliorare la qualità delle infrastrutture in tutta la Sicilia, oggi una grande ‘trazzera’, o introduce l’alta velocità anche nell’isola. Oppure sarà una cattedrale nel deserto ed avremo soltanto scherzato. La differenza di costi, tra la vera alta velocità e la linea che si sta realizzando in Sicilia, sta in circa il 10/15%. Si viaggia con l’alta velocità nel resto d’Italia già da vent’anni. Con vent’anni di ritardo si propone alla Sicilia di accontentarsi della ‘media velocità’, che si realizzerà tra l’altro, se va bene, tra quattro anni. C’è chi si accontenta, io lo ritengo ingiusto ed offensivo”, conclude.
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