L’atteggiamento del governo Meloni verso gli immigrati e i rifugiati è palese. Devono restare a casa loro. Non devono venire qui a rompere le scatole. Per questo esecutivo di destra, gli immigrati e rifugiati sono così fastidiosi al punto di spingerlo a focalizzare tutta l’attenzione (anche mediatica) su come bloccare il loro arrivo in Italia.
Andando oltre la solita retorica contro gli immigrati, il 23 febbraio 2023 il Senato ha dato via libera definitiva al decreto per la gestione dei flussi migratori, il cosiddetto dl Ong. Il provvedimento, che ormai è legge, introduce una stretta all’attività di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.
Hanno approvato una legge per colpire e rendere la vita difficile alle organizzazioni non governative che salvano le vite in mare. Può sembrare una legge contro le Ong, ma in realtà questa è una mossa ben studiata per tenere lontano dai nostri confini immigrati e rifugiati che cercano di arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo, a rischio della loro stessa vita. È semplicemente una guerra contro gli immigrati e i rifugiati, le persone vulnerabili che non possono difendersi.
Le Ong che violano le prescrizioni della nuova legge rischiano multe da 10mila a 50mila euro e la responsabilità si estende all’armatore e al proprietario della nave che ha messo in salvo essere umani. Allo stesso tempo, la legge prescrive il fermo amministrativo per due mesi del natante impiegato nelle operazioni di salvataggio. In caso di reiterazione della violazione, poi, è prevista la confisca della nave. La legge inoltre prescrive sanzioni che vanno dai 2.000 ai 10mila euro al comandante e all’armatore della nave che “non forniscano le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformano alle indicazioni della medesima autorità”. Leggi anche Sallusti contro Santoro, rissa in tv: “Combatti la Meloni e lasci soli gli ucraini”
Una legge che rende difficile le attività di ricerca e soccorso in mare è una legge che, senza dubbio, favorisce la morte in mare. È un modo velato per dire: lasciamoli pure morire. Solo chi non rispetta la vita degli immigrati e dei rifugiati poteva concepire una legge del genere.
Il governo dovrebbe accogliere l’appello che l’associazione italiana Mediterranea Saving Humans ha rivolto in una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Consiglio dei ministri. “Basta guerra alle Ong, cooperiamo per salvare vite in mare,” ribadisce l’associazione, che è attiva nei soccorsi nel Mediterraneo con la nave Mare Jonio.
“Quello che dobbiamo fare è mettere al centro, qui e ora, una grande e corale azione immediata, di istituzioni e società civile, di un intero Paese, per impedire innanzitutto che altre morti innocenti insanguinino la nostra storia e il nostro mare”, proseguono da Mediterranea Saving Humans.
“Vi preghiamo – ancora – di voler mettere davanti a tutto, davanti a posizioni politiche, strategie di lungo respiro, atteggiamento ostile nei nostri confronti, solo il bene supremo del soccorso verso chi non ha colpe e chiede il nostro aiuto. Vi preghiamo di onorare fino in fondo la storia di questo Paese, della sua tradizione millenaria di accoglienza e immigrazione. Togliere mezzi disponibili e utilizzabili per i soccorsi in mare equivale in questo momento a condannare a morte centinaia di persone”, concludono dalla Ong.
Appunto, se il governo vuole salvare le vite umane, deve smettere di fare la guerra alle Ong. Deve cessare l’ostilità verso quelle entità che portano avanti, col dovere dell’umanità e delle antiche leggi del mare, attività di ricerca e soccorso. Queste organizzazioni non sono nemiche dello Stato.
A livello nazionale e locale, il governo e le amministrazioni locali hanno ottimi rapporti con le associazioni e collaborano nella fornitura dei servizi essenziali ai cittadini. Perché non si può applicare lo stesso schema di collaborazione con le Ong che salvano le vite in mare? O quelle di immigrati e rifugiati non sono considerate vite umane?
Stephen Ogongo