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Sicilia, test antidroga per i consiglieri: si presenta solo la metà

Test antidroga per i consiglieri della Assemblea regionale siciliana (Ars). Ma non tutto si svolge come programmato. A fare notizia, infatti, è il fatto che solo la metà dei rappresentanti del popolo della Sicilia si presenta al banchetto allestito all’interno del palazzo. Il primo a sottoporsi al test tossicologico, attraverso il prelievo di qualche capello, è il presidente Gaetano Galvagno. “Abbiamo dato un esempio, lanciato un segnale”, rivendica con orgoglio Galvagno di fronte a un esercito di giornalisti e telecamere. Ma evidentemente non tutti i consiglieri la pensano come lui.
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Test antidroga all’Ars

Test antidroga per i consiglieri regionali della Sicilia

Il secondo consigliere a sottoporsi al test antidroga è l’ex inviato delle Iene Samuele Lavardera, che è anche uno dei promotori dell’iniziativa, in qualità di rappresentante di un intergruppo parlamentare dei consiglieri della Sicilia che si occupa del problema dell’uso di droghe tra i giovani. Dopo di lui tocca all’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, che è anche il leader del suo stesso partito: Sud chiama Nord. Seguono tra gli altri Tiziano Spada del Pd, Giusy Savarino di Fratelli d’Italia e il deluchiano Davide Maria Vasta. 

Alla fine della giornata saranno 36 i consiglieri regionali della Sicilia a sottoporsi al test antidroga. La metà dei componenti dell’Ars. Anche se della maggior parte di loro non si conosce nemmeno l’identità per motivi di privacy. Così come per lo stesso motivo non verrà reso pubblico il risultato del test. Tra i nomi di peso che hanno marcato visita c’è anche il presidente della Regione Renato Schifani. “Anche lui è un deputato. Spero che non ci deluda e si sottoponga al test”, lo punge Lavardera.

Ma il governatore della Sicilia adduce come scusante un viaggio istituzionale a Roma. “Mi sarei aspettato maggiore trasparenza. – protesta l’ex Iena – Anche se comprendo bene il richiamo al sacrosanto diritto alla privacy. Il presidente dell’Ars Galvagno si è rivelato subito disponibile, ma ora lancio la sfida ai singoli consiglieri: facciano sapere pubblicamente se hanno fatto il test antidroga o meno, i cittadini hanno diritto di sapere. La droga arricchisce le mafie e noi che legiferiamo dobbiamo essere al sopra di ogni sospetto. Anche se è vero che qualche deputato le minchiate le fa a prescindere dagli stupefacenti”.
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