Giorgia Meloni è molto preoccupata. A non far dormire sonni tranquilli al presidente del Consiglio è la questione del Pnrr. Le acque nella maggioranza di governo si sono agitate dopo che il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, ha avanzato l’ipotesi di rinunciare a parte dei fondi stanziati dall’Ue in caso di difficoltà. Proposta subito rispedita al mittente da Palazzo Chigi. Ora però, secondo un retroscena pubblicato da Repubblica, la Meloni se la sarebbe presa anche con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, secondo lei, stanno facendo di tutto per indebolirla prima delle elezioni Europee del 2024.
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Meloni preoccupata dal Pnrr
Repubblica cita fonti molto vicine a Giorgia Meloni per rivelare che, secondo queste gole profonde, “sfrutteranno i nostri errori per provare a bloccarci. Intendono farlo prima delle Europee, perché dopo le elezioni sarebbe troppo tardi”. Ma chi sarebbero questi nemici nascosti nell’ombra che vogliono sfruttare la scusa del Pnrr per mettere i bastoni tra le ruote al suo governo? “I soliti”, avrebbe replicato il premier con tono sibillino, senza però fare i nomi di Scholz e Macron.
Ad ogni modo, spiegano le stesse fonti al quotidiano romano, Giorgia Meloni ormai si sarebbe convinta che in Europa qualcuno stia spingendo sul mancato utilizzo dei fondi del Pnrr per mettere in crisi il governo di centrodestra che presiede. Se infatti l’Italia dovesse davvero decidere di rinunciare a parte di quei fondi, i famigerati mercati resterebbero delusi, insieme agli altri Paesi membri dell’Ue. E con le rate del Pnrr di giugno e di dicembre 2023 i problemi potrebbero esplodere definitivamente.
I sospetti di Meloni su Macron e Scholz
Tornando ai sospetti della Meloni, il presidente del Consiglio ha paura che Macron da Parigi e Scholz da Berlino stiano facendo di tutto per farle perdere consensi in vista delle elezioni Europee in programma nel 2024. Il loro scopo è quello di evitare che la prossima Commissione europea, oggi guidata da Ursula von der Leyen, svolti troppo a destra. Timori meloniani confermati dai ripetuti no degli emissari degli alti papaveri di Bruxelles a concedere una maggiore flessibilità all’Italia sul Pnrr.
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