Oggi, con ogni probabilità, si terrà l’autopsia sul corpo di Andrea Papi, il giovane runner di 26 anni trovato morto nei boschi del Monte Peller, sopra l’abitato di Caldes. La Procura di Trento ha aperto un fascicolo senza notizia di reato e ha nominato un collegio di tre periti, guidati dall’anatomopatologo Mattia Barbareschi, composto anche da uno specialista in DNA e un veterinario. Gli esperti dovranno certificare che il giovane è stato ucciso da un orso. Ci si aspetta che nei prossimi giorni siano disponibili anche i risultati genetici dei campioni organici raccolti sul posto, al fine di identificare l’animale e procedere, come ventilato, all’abbattimento.
La dinamica dell’incidente
La dinamica dell’incidente si sta lentamente delineando. Andrea Papi stava correndo verso casa dalla malga Grum (a 1.525 metri di altitudine) sul Monte Peller, dove lavorava come fattorino consegnando carne per una macelleria di Croviara. Mentre scendeva di corsa lungo il sentiero per raggiungere la sua fidanzata e sua madre per cena, si è trovato faccia a faccia con un orso dopo una curva cieca. Il giovane e l’animale si sono spaventati, scatenando una lotta che si è rivelata fatale per il runner.
I medici legali hanno riscontrato ferite sul braccio e sul ventre di Papi, ma quella mortale è stata l’aggressione all’altezza del collo. I pantaloncini e la maglietta del giovane sono stati trovati lontano dal corpo, segno che è stato artigliato dall’orso e inseguito lungo la discesa. Si è difeso cercando di impugnare un grosso bastone, successivamente ritrovato nel bosco dalle forze dell’ordine. Tuttavia, questa scelta si è rivelata fatale per lui. Gli esperti consigliano infatti di non reagire di fronte a un incontro con un orso in boschi, cioè di rimanere immobili e cercare di rendere la propria figura il meno visibile possibile per non spaventare ulteriormente l’animale. Ma la paura deve aver annebbiato la mente della vittima che ha cercato di scappare e di combattere.
L’orso, dopo aver ferito mortalmente il giovane, si è allontanato dalla radura senza infliggere ulteriori danni al corpo (gli zoologi sottolineano che gli orsi non mangiano gli esseri umani). Si presume che sia uno dei circa venti esemplari che vivono nella Val di Sole, anche se non è escluso che possa appartenere ai circa 120 esemplari presenti in Trentino dopo che vent’anni fa è iniziato il programma di ripopolamento con due esemplari catturati in Slovenia.