Il mondo del teatro piange la perdita di Mario Fratti, uno dei drammaturghi italiani di maggior successo nei teatri di tutto il mondo. Fratti è deceduto questa mattina nella sua casa a Manhattan, all’età di 95 anni. L’annuncio della sua morte è stato dato da La Voce di New York, un quotidiano digitale italiano e inglese negli Stati Uniti, che ha sottolineato come Fratti avrebbe continuato a scrivere e ad andare a teatro fino all’età di 93 anni, se non fosse stato rallentato e spento da un improvviso declino fisico inesorabile.
Nato il 5 luglio 1927 a L’Aquila, Fratti si era trasferito a New York nel 1963, subito dopo aver conseguito la laurea in lingue e letterature straniere all’Università Cà Foscari di Venezia. Nel 1962, Fratti presentò il suo atto unico intitolato “Suicidio” al Festival di Spoleto, dove fu notato dal regista Lee Strasberg, che lo invitò a rappresentarlo all’Actor’s Studio di New York.
Fratti è stato docente di letteratura prima alla Columbia University di New York e poi all’Hunter College, di cui è stato professore emerito di letteratura italiana e storia del teatro. È stato un drammaturgo e critico teatrale di fama internazionale, autore di oltre novanta opere per il teatro, commedie e drammi, tradotte in una ventina di lingue e rappresentate in seicento teatri in tutto il mondo, dall’America all’Europa, dalla Russia alla Cina, dall’Argentina all’Australia.
Fratti è conosciuto principalmente per il suo lavoro “Sei donne appassionate”, rappresentato per la prima volta a New York nel 1974, che è diventato la base per il musical “Nine”, creato da Fratti e Arthur Kopit con testi e musiche di Maury Yeston. “Nine” è stato un vero fenomeno teatrale e ha debuttato a Broadway come produzione originale nel 1982, vincendo numerosi premi, tra cui sette Tony Award, e collezionando oltre 2.000 repliche, compresa l’ultima rivisitazione interpretata da Antonio Banderas.
Tra le numerose opere teatrali di Fratti, che si caratterizzano per la loro scrittura teatrale immediata, asciutta e tagliente, così come per la sua denuncia politica e sociale senza metafore, si annoverano: “I seduttori” (1964), “Che Guevara”, “L’ospite romano” (1971), “La vedova bianca” (1972), “Eleonora Duse” (1972), “Chile” (1973), “Mafia” (1974), “Aids” (1988), “Amanti” (1991). Oltre alle sue opere drammaturgiche, Fratti ha pubblicato di recente il romanzo “Diario proibito” (Graus Edizioni), ambientato nella sua città natale dell’Aquila, e la silloge poetica “