Pietro Orlandi nella bufera dopo le accuse lanciate nei confronti di Carol Wojtyla. Parole che hanno indotto persino Papa Francesco ad intervenire bollandole come “illazioni offensive”. Ma il fratello di Emanuela Orlandi non si spaventa e prova ad uscire dall’angolo rilanciando la sua sfida al Vaticano. Pietro ora si dice pronto a recarsi dal procuratore di giustizia della Santa sede, Alessandro Diddi, per fare nomi e cognomi delle persone che gli avrebbero passato quelle informazioni compromettenti su Papa Giovanni Paolo II.
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Pietro Orlandi pronto a riferire a Diddi su Wojtyla
“Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case. Sono convinto che Giovanni Paolo II, Ratzinger e Francesco siano a conoscenza di quello che è avvenuto”. Così Pietro Orlandi durante la puntata di Dimartedì dell’11 aprile scorso. Il fratello di Emanuela ha anche fatto ascoltare un audio da lui consegnato al magistrato vaticano Diddi in cui a parlare sarebbe un uomo vicino alla banda della Magliana: “Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario”.
Di fronte alle inevitabili polemiche, Pietro Orlandi decide però di rilanciare. “Papa Francesco non si rivolge a una persona piccola come me. – premette durante l’ultima puntata di Dimartedì – Lui evidentemente faceva riferimento alle parole espresse da quel personaggio, Marcello Neroni, in merito a quell’audio famoso che è uscito. Lì ci sono veramente le offese, le accuse, a Karol Wojtyla. Quanto ho sentito i giornali dire che non avevo fatto i nomi, che non mi ero prestato alla collaborazione, sono rimasto colpito. – prosegue – Io pensavo si riferissero ai 28 nomi che ho rilasciato insieme a quel memoriale che avevano poi protocollato e tenuto. Invece poi ho capito che volevano sapere chi era effettivamente la persona che mi ha detto di Giovanni Paolo II”.
“Io sono disponibilissimo ad andare da Diddi e chiarire questa situazione, e a fare i nomi di queste persone. – promette Pietro Orlandi facendo tremare più di una persona – Anche perché è una cosa che non riguarda l’inchiesta su Emanuela, riguarda un’altra cosa. Ho veramente sviscerato ogni situazione. Abbiamo dato 28 nomi di persone che potrebbero essere a conoscenza di alcuni fatti, le famose chat e scambi di messaggi tra persone vicino al Papa. Ho trovato in Diddi, e nel suo gruppo, la massima disponibilità. Anche quando abbiamo ascoltato quel pessimo audio di Marcello Neroni. Per me è stata una prova durissima ascoltare le parole in quell’audio, ma era doveroso da parte mia farle ascoltare”, conclude.
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