Il Parlamento europeo costretto ad intervenire nuovamente sul tema dei diritti della comunità lgbtiq. Il Parlamento di Bruxelles ha approvato infatti un emendamento che “condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-lgbtiq da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia”. L’emendamento in questione, approvato con 282 voti a favore, 235 contrari e 10 astenuti, era stato inserito dalla delegazione dei Verdi nella relazione sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda, approvata invece con 416 voti a favore, 62 contrari e 36 astenuti.
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Il Parlamento europeo approva emendamento per diritti lgbtiq
Già qualche settimana fa, prima di approvare l’emendamento pro lgbtiq appena citato, il Parlamento europeo aveva censurato il governo italiano per la circolare con cui il ministro Piantedosi ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. A Bruxelles era stato approvato un altro emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condannava la circolare italiana perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”. Il governo di Roma veniva anche invitato “a revocare immediatamente la decisione”.
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Un emendamento in favore della comunità lgbtiq che ha ricompattato il centrodestra italiano, ma che ha spaccato il Partito popolare europeo, con alcune delegazioni dei Paesi del nord Europa e del Portogallo che hanno votato a favore dell’emendamento. Mentre la Cdu tedesca ha lasciato libertà di voto. L’emendamento di censura al governo Meloni era stato presentato dai liberali di Renew Europe, ed era stato votato da Socialisti e Democratici, Verdi e dalla Sinistra.
Ora la nuova presa di posizione del Parlamento europeo non potrà fare altro che rinfocolare le polemiche sull’argomento. L’emendamento in favore dei diritti lgbtiq e contro i governi conservatori di Italia, Ungheria e Polonia contribuisce a rendere ancora più acceso il dibattito su un tema molto sentito.
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