Nonostante la furiosa polemica social che gli si è scatenata contro, Ezio Greggio non si pente affatto dell’appello lanciato qualche giorno fa alla mamma di Enea, il neonato abbandonato nella ‘culla della vita’ della clinica Mangiagalli di Milano. Intervistato da La Stampa, il popolare attore comico sottolinea che sarebbe pronto anche a rifarlo quell’appello, ma che non voleva criticare i genitori adottivi.
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Ezio Greggio non si pente dell’appello per Enea
“Il 95% dei messaggi sui social erano a favore. – spiega Ezio Greggio parlando del suo appello per Enea – Poi succede che i media si concentrino solo sul 5% dei pareri. Oppure che la solita blogger dica una cosa e che altri ci si attacchino per il gusto di creare una polemica inesistente. Il professor Fabio Mosca ha fatto nascere oltre 200mila bambini nella sua carriera e quindi conosce altrettante mamme. – prosegue Greggio – Quanto a me, ho un’associazione che si è occupata della salvezza di quasi 19mila piccoli”.
“Quando ho detto ‘mamma vera’ non volevo intendere che le mamme adottive non lo siano. Anzi, speso sono più vere delle mamme vere”, è costretto a precisare l’autore dell’appello per Enea. Secondo Ezio Greggio, inoltre, sulla polemica social “pesa il momento politico. Il fatto che si stia discutendo di adozioni. E quindi qualcuno, preventivamente, ha deciso che una mia frase potesse attizzare il fuoco. Ho tantissimi amici che hanno scelto di adottare e sono pro adozioni. Le ho fatte anche io a distanza, in India. Insomma, è stata una polemica stupida e vuota”.
La spiegazione di Ezio Greggio
Ezio Greggio ammette dunque senza problemi che oggi rifarebbe lo stesso appello per Enea “uguale. Ho sentito il bisogno di farlo perché il mio amico dottor Mosca, presidente dei neonatologi, mi ha chiamato dicendo che era davanti a un caso anomalo e chiedendomi di aiutarlo. Ho acconsentito subito. Il mio appello era fatto con il cuore”, conclude il conduttore di Striscia la Notizia.
Poi, raggiunto da Leggo, precisa che “il professor Mosca ha salvato circa 200 mila bambini e sa quando deve fare un annuncio e chiedere aiuto. Io sono pro-adozioni e amico di molte famiglie, per cui non ho motivo di scusarmi, perché la mia coscienza mi ha portato a fare un gesto umanitario, con la volontà di aiutare un bimbo e una mamma. Tanti tribunali dei minori si sono espressi in modo non positivo nei confronti del Mangiagalli, se invece fossero più veloci nel rispondere in alcune occasioni aiuterebbero chi sta in trincea”.
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