Una sanguinosa sparatoria si è verificata questa mattina attorno alle 11 a Fara Vicentino, piccolo Comune della provincia di Vicenza. Al momento l’unica vittima dello scontro a fuoco è un uomo di origini marocchine. Secondo quanto si apprende, il marocchino avrebbe sottratto con la forza la pistola ad un carabiniere, finendo poi per colpire un agente della polizia locale, fortunatamente in maniera non grave. A quel punto un altro carabiniere avrebbe fatto fuoco contro l’aggressore freddandolo sul colpo.
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Sparatoria mortale a Fara Vicentino, vicino Vicenza
A far accorrere carabinieri e polizia locale sul posto dove poi è avvenuta la sparatoria erano stati alcuni residenti di Fara Vicentino, spaventati dal comportamento alterato e violento del cittadino marocchino. Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti di Vicenza, l’uomo avrebbe gridato “Allah Akbar” sia prima che durante l’aggressione a colpi di pistola. Un modo di inneggiare ad Allah tipico degli estremisti islamici mentre compiono attentati. Ma al momento la pista del terrorismo sembra esclusa.
A quel punto gli agenti accorsi a Fara Vicentino hanno tentato di bloccarlo. Ne è nata una violenta colluttazione durante la quale il cittadino marocchino ha sfilato dalla fondina la pistola d’ordinanza di uno dei carabinieri. Una volta iniziata la sparatoria in cui è rimasto ferito l’agente della polizia locale, i colleghi non hanno potuto fare altro che abbattere l’aggressore. Il poliziotto si trova ora ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza.
“La sparatoria a Fara Vicentino lascia sgomenti. – dichiara Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto – Oggi è il momento del dolore, della solidarietà all’agente della polizia locale (del paesino alle porte di Vicenza) ferito, Alex Frusti, e ai carabinieri coinvolti loro malgrado in una dinamica tanto drammatica quanto imprevedibile. Sono vicino alla famiglia dell’agente ferito e ai suoi colleghi. Indipendentemente da tante altre considerazioni, non dobbiamo mai dimenticare la difficoltà in cui le forze dell’ordine si trovano ad operare ogni giorno. E come sia aumentato il grado di pericolosità della loro attività di prevenzione e controllo di un territorio ad alto rischio come il nostro, che impone un presidio costante”, conclude.
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